Come spiegato dal presidente del sindacato, Antonio De Palma, se oggi fosse ricoverato il primo caso di contagio Ebola, che ricordiamo potrebbe verificarsi in una qualsiasi delle migliaia di strutture ospedaliere, lontano dai centri di riferimento nazionali, ci sarebbe il rischio di operare senza attrezzature adeguate e solo con “linee guida laconiche” su come evitare il contagio.
“Per i nostri infermieri, se oggi fosse ricoverato il primo caso di contagio Ebola, che ricordiamo potrebbe verificarsi in una qualsiasi delle migliaia di strutture ospedaliere del territorio italiano, e quindi lontano dai centri nazionali di riferimento, il rischio potrebbe essere quello di costringere ad operare senza tute protettive ‘appropriate’ e solo con linee guida laconiche su come evitare il contagio del virus. Riteniamo discutibilissima anche la formazione sulla materia attuata in alcune realtà, almeno nei casi in cui non si prevede la concreta applicazione sul campo delle informazioni e/o la sperimentazione di specifici protocolli operativi, strumento quest’ultimo indispensabile per saggiare i tempi e la qualità della risposta degli infermieri di fronte ad un’eventuale emergenza da contagio. Addirittura ci giungono informazioni (da verificare), sul fatto che in alcune realtà sarebbero state date indicazioni sull’eventuale utilizzo di tute già adottate in passato per il trattamento di pazienti affetti da Sars”. Questa la denuncia del presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up, Antonio De Palma.
“Alla luce delle dichiarazioni del vicedirettore generale Oms, Bruce Aylwarddi sull’espansione del virus in Africa, vista l’oggettiva attiguità del territorio italiano con i versanti occidentali dell’africa, ci chiediamo: quanto tempo impiegherà il virus per sbarcare anche qui da noi? Non è nostra intenzione fare allarmismo ingiustificato – spiega De Palma – ma quando ci sono di mezzo vite umane è sempre preferibile evitare che siano ‘fatti concludenti’ a sconfessare i dati ufficiali, pensiamo, solo ad esempio, al fatto che nella stragrande maggioranza dei pronto soccorso italiani non ci risulta che ci siano camere singole dedicate ad eventuali casi di contagio da Ebola, questo significa che in caso di emergenza potrebbero insorgere problemi importanti, perché in tali situazioni, l’attività di un intero reparto potrebbe risultare compromessa per poter ottenere la disponibilità di una stanza per l’isolamento”.
“Non vogliamo dubitare di quanto sostengono autorevoli fonti scientifiche, e quindi del fatto che l’ipotesi di rischio possa considerarsi remota, ciò nonostante riteniamo che nel caso di Ebola non siano sufficienti le precauzioni contro le malattia diffusive e contagiose alle quali gli infermieri italiani si attengono normalmente e per prassi generale. Non riteniamo nemmeno sufficienti – prosegue il Nursing Up – gli strumenti messi a disposizione del personale infermieristico ordinariamente in quelle strutture ospedaliere dove potrebbe presentarsi, in ogni momento, il cosiddetto paziente zero per il territorio italiano; si tratta di presidi in troppi casi ridotti all’ossoa causa delle ormai costanti politiche di risparmio che interessano la sanità. Per noi infermieri, anche indossare mascherine chirurgiche, ma non del tipo previsto per questi casi e quindi lasciare che una parte della testa e del collo rimanga scoperta, rappresenta un grave vulnus in tema di prevenzione del contagio”.
Il sindacato Nursing Up istituisce il Centro di contatto emergenza Ebola
“Desideriamo evitare che si crei un clima di terrore sulla materia , cosa che potrebbe accadere estremizzando l’allerta, anche perché questo potrebbe portare come riflesso un intasamento dei reparti di pronto soccorso ospedalieri con falsi allarmi, abbiamo tuttavia allertato tutte le delegazioni territoriali del sindacato nelle aziende sanitarie italiane ed abbiamo chiesto loro, e quindi a tutti i nostri sindacalisti ed a tutti gli infermieri italiani nostri iscritti, di denunciare immediatamente situazioni locali di rischio o pericolo organizzativo. Le nostre delegazioni territoriali sono operative, per trasferirci tempestivamente ogni informazione disponibile”, spiega il sindacato.
E’ stato pertanto attivato un numero di fax a disposizione degli infermieri ma anche di ogni altro cittadino che desiderasse segnalare eventuali criticità Ebola correlate. Ogni denuncia /segnalazione dovrà pervenire al numero nazionale: 0694443425, fax presidiato 24 ore su 24 per dare risonanza e sostenere eventuali segnalazioni con i requisiti necessari.
QS – 20 ottobre 2014