Nuovo record per il caro-polizza nelle corsie del Ssn. Tra il 2010 e il 2011 i costi assicurativi per le aziende sanitarie pubbliche sono cresciuti in media del 27%: per garantirsi una adeguata coperura anti-errore hanno speso in media 3.409,97 euro a posto letto.
Il dato emerge dalla quarta edizione della Medmal Claims Italia realizzata dalla società di brokeraggio Marsh su un campione di 95 strutture di ricovero pubbliche. Lo studio – curato da Emanuele Patrini (Marsh Spa) e presentato ieri a Milano – analizzate le circa 35mila richieste di risarcimento ricevute dalle 95 strutture ospedaliere del campione (il 98% del portafoglio Marsh) negli anni dal 2004-2011. La realtà monitorata comprende un totale di quasi 211mila tra medici e infermieri, oltre 64mila posti letto, e quasi 2 milioni e mezzo di ricoveri.
Il costo complessivo dei sinistri denunciati negli 8 anni di analisi supera il miliardo di euro per un totale di 26.723 sinistri al costo medio di 42.618 euro.
I risultati della rilevazione confermano comunque trend consolidati: in numeri assoluti le richieste di risarcimento si concentrano soprattutto al Nord (56%) e soprattutto nelle piccole strutture (55%); le conseguenze principali degli eventi denunciati sono le lesioni (77,97%); errore chirurgico (29,93%), errore diagnostico (15,84%), errore terapeutico (10,36%) e cadute accidentali (10,19%) assorbono oltre il 66% della casistica; l’ortopedia è la specialità più gettonata dai ricorsi. Negli 8 anni oggetto d’esame il costo complessivo dei sinistri denunciati ha superato il miliardo, per un totale di 26.723 sinistri dal costo medio di 42.600 euro a testa.
Entrando nel dettaglio, è il Sud a pagare il tributo più elevato al bisogno di copertura assicurativa, essendo costretto a investire nell’operazione quasi 8mila euro a medico e oltre 137 euro a ricovero: quasi 40 euro in più che al Centro e 50 in più che al Nord. Conti salatissimi anche per i piccoli ospedali: spendono 105 euro a ricovero contro i circa 74 dell’ospedale universitario dove – presumibilmente – rischi e casistiche sono a più alto rischio.
Poche sorprese anche nell’analisi delle 10.737 vertenze chiuse per un liquidato complessivo di 233,5 milioni: l’errore più costoso è stato di tipo diagnostico, quotato a 4,6 milioni, ma il conto più salato lo paga l’ostetrico. L’errore alla nascita costa in media oltre 300mila euro.
Sono gli errori chirurgici la principale causa di richiesta di risarcimento danni nella sanità pubblica e privata italiana, seguiti dagli errori diagnostici nel settore pubblico (16%) e terapeutici nel privato (10,38%). Un fenomeno che comporta ogni anno alla sanità pubblica ben 3.410 euro di valore assicurativo per ogni posto letto, il 26,88% in più a quanto registrato nella passata edizione del report (vedi tabella in fondo). Sono queste le principali evidenze dei due report Medmal Claims di Marsh presentati oggi che prendono in esame 95 strutture ospedaliere/sanitarie pubbliche, e 52 private accreditate e non; grazie a questo ampio campione d’indagine, Marsh ha potuto “tastare il polso” della sanità in Italia nell’arco di 8 anni (2004 – 2011).
In entrambi i settori, circa un terzo delle richieste danni analizzate sono state chiuse e un ulteriore 22% circa risulta senza seguito, pertanto più della metà dei sinistri trova una definizione e questo rende il campione ancora più stabile. In totale sono state quasi 35.000 le richieste di risarcimento danni, mentre, sempre negli 8 anni oggetto d’esame il costo complessivo dei sinistri denunciati ha superato il miliardo, per un totale di 26.723 sinistri dal costo medio di 42.600 euro a testa.
Circa il 50% delle richieste di risarcimento danni sono denunciate entro il primo anno dalla data di accadimento dell’evento, più della metà entro 2 anni. Fa eccezione la specialità di ostetricia e ginecologia, che presenta una consistente percentuale di richieste di risarcimento anche al quinto anno dall’accadimento.
Settore pubblico: 10,43 sinistri ogni cento posti letto
Il valore assicurativo di un posto letto mostra significative differenze a seconda della regione italiana presa in considerazione: se nord e centro sono paragonabili (rispettivamente circa 3.280 euro e 4.047 euro), il sud vale quasi il doppio (6.128 euro).
Secondo i dati del Report, avvengono 10,43 sinistri ogni cento posti letto, 2,78 ogni mille ricoveri, 18 eventi ogni cento medici e 7,6 ogni cento infermieri.
Laddove ci sono delle forti specializzazioni il rischio si riduce notevolmente: nelle aziende sanitarie ed ospedaliere di base, non specialistiche, il tasso è pari a 22,42 ogni cento posti letto e 6,79 ogni mille ricoveri; nei policlinici si registra un tasso pari a 27,22 ogni cento posti letto e 6,44 ogni mille ricoveri; nelle aziende monospecialistiche si contano 16,94 eventi ogni cento posti letto e 3,72 eventi ogni mille ricoveri.
A conferma di questo elemento si aggiunge il dato complessivo delle richieste danni in base alla tipologia di struttura sanitaria e/o ospedaliera: le strutture sanitarie di primo livello, ovvero quelle di base, registrano il maggior numero di richieste danni pari al 55% (19.252), seguono le strutture di secondo livello (ospedali ad alta intensità di cura o ad alta specializzazione) 24% (8.398) e gli ospedali universitari 18% (6.319). Molto distanziate sono le strutture specialistiche monotematiche come quelle ortopediche 1,53% (534), materno infantile 1% (327) e quelle oncologiche 0,30% (90).
Le conseguenze seguite all’evento che ha determinato la richiesta di risarcimento sono principalmente le lesioni (78%) seguite dai danni alle proprietà (11%). Solo nel 7% dei casi si tratta di decesso.
Gli errori chirurgici (30%) sono al primo posto; seguono gli errori diagnostici (16%), gli errori terapeutici (10%), le cadute di pazienti e visitatori (10%), i danneggiamenti a cose (6%) e gli smarrimenti e furti (5%). Ortopedia (15%) è la specialità clinica maggiormente interessata, ma hanno totalizzato percentuali elevate anche i danni da struttura e parti comuni (14%), pronto soccorso (13%), chirurgia generale (12%) e in misura inferiore contribuiscono anche ostetricia e ginecologia (7%) e medicina generale (3%).
Nello specifico, è il Sud a pagare di più per l’assicurazione. In media le regioni meridionali pagano quasi 8mila euro a medico e oltre 137 euro a ricovero: quasi 40 euro in più che al Centro e 50 in più che al Nord. Spesa alta anche per i piccoli ospedali: spendono 105 euro a ricovero contro i circa 74 dell’ospedale universitario dove – presumibilmente – rischi e casistiche sono a più alto rischio.
Settore privato: al Nord la percentuale maggiore dei sinistri per singola struttura sanitaria
Complessivamente sono state raccolte 3.286 richieste di risarcimento danni, con un incremento progressivo del numero fino al 2009 e una flessione negli anni 2010 e 2011.
Geograficamente, le richieste di risarcimento danni per singola struttura sanitaria si attestano al 66,34% al Nord, al 12,51% al Centro e 21,15% al Sud.
A guidare la classifica per tipologia di rischi è ovviamente il rischio clinico con l’81,62%. Seguono i rischi relativi alla struttura (eventi in aree comuni, parcheggi, scale, ecc. tranne gli infortuni e i danni alla proprietà) con l’8,67%, i danni alla proprietà (oggetti personali, protesi, ecc.) con il 5,84% e i rischi professionali con l’1,07%.
L’analisi delle conseguenze seguite all’evento che ha determinato la richiesta di risarcimento vede al primo posto le lesioni (82,59%) seguite dai decessi (8,79%) e dai danni alle proprietà (5,81%).
Anche per la sanità privata, gli errori chirurgici sono i più reclamati (36,91%), seguono gli errori terapeutici (10,38%), gli errori diagnostici (10,16%), le cadute di pazienti e visitatori (8,52%), le infezioni (5,05%), gli errori da procedura invasiva (3,8%). Percentuali contenute riguardano gli errori da parto/cesareo e gli errori anestesiologici, entrambi al 2,65%.
Rispetto all’ospedalità pubblica, si nota un minore impatto del Pronto Soccorso perché molte strutture non offrono questo servizio, ma s’inseriscono specialità come l’odontoiatria, la cardiochirurgia e in taluni casi la chirurgia plastica. Ecco la classifica delle specialità cliniche maggiormente interessate: Ortopedia (13,54%), Struttura e parti comuni, (11,99%), Chirurgia Generale (7,97%), Ostetricia e Ginecologia (4,78%), DEA/Pronto Soccorso (4,53%%), Cardiochirurgia (4,47%), Odontoiatria (4,38%), Oculistica e Oftalmologia (3,90%).
Il Sole 24 Ore sanità e Quotidiano sanità – 12 marzo 2013