Anche Bruxelles ammette: l’80% dei produttori riceve soltanto il 20% dell’intera “torta”. Bizzotto: «Secondo i dati 2011 c’è chi incassa 500mila euro l’anno, e chi quasi nulla»
VENEZIA-BRUXELLES Dalle stalle alle stelle. C’è troppa differenza nella distribuzione dei fondi europei per il sostegno all’agricoltura: in Italia c’è chi arriva a prendere 500 mila euro l’anno – roba da nababbi – e chi invece ne incassa poche centinaia. La denuncia viene dall’europarlamentare vicentina Mara Bizzotto (Lega), e trova riscontro a Bruxelles: «Bisogna applicare dei correttivi», riconosce l’Ue che sta per varare la nuova Pac-politica agricola comunitaria 2014-2020.
LE DIFFERENZE IN EUROPA. L’analisi dell’on. Bizzotto e del suo staff, al lavoro anche la vigilia di Pasqua, parte dai dati del 2011 sulla distribuzione fondi, da poco resi noto dalla Commissione europea: in un anno sono stati distribuiti 40,2 miliardi di euro di pagamenti diretti destinati agli agricoltori europei. «Nel 2011 l’Italia ha ricevuto ben 4,04 miliardi di euro sotto forma di pagamenti diretti alle imprese agricole». Ci piazziamo così al quarto posto, peraltro con differenze notevoli: la Francia ha praticamente il doppio (8 miliardi), mentre la Germania ha 5,3 miliardi e la Spagna 5,2. LA DISPARITÀ IN ITALIA. L’Italia ha distribuito i suoi 4 miliardi di euro giunti dall’Ue a un milione e 240 mila agricoltori: «È il numero più alto dell’intera Unione Europea». Come dire, tante risorse sì, ma anche record di “bocche” da sfamare. «Il Veneto, con i suoi 100 mila agricoltori, ha portato a casa 408 milioni di euro, pari a circa il 10% dell’intera dotazione nazionale». Ma attenzione: «Dal rapporto della Commissione Ue – sottolinea – emerge che oltre mezzo milione di agricoltori italiani ha ricevuto finanziamenti europei per un importo compreso tra 0 e 500 euro, mentre per 290mila di loro il contributo è arrivato a un massimo di 1.250 euro. Altri 240 mila agricoltori hanno ricevuto pagamenti Ue compresi tra i 2mila e 10mila euro». E poi arriva il gruppo dei più fortunati: «Sono 3.200 i produttori agricoli italiani che hanno ricevuto contributi annui che vanno da 100mila ad oltre 500mila euro».
L’UE: «PORRE LIMITI». «Questi dati mostrano chiaramente come la distribuzione dei pagamenti diretti, tanto in Italia quanto nel resto d’Europa, sia avvenuta finora in maniera disomogenea. Lo ammette la stessa Commissione Ue nella sua relazione, sottolinea la Bizzotto. «L’80% dei produttori agricoli europei riceve infatti solo il 20% dei pagamenti Ue, e l’Italia non fa eccezione. Anche da queste considerazioni è maturata quindi la decisione di rivedere alcuni criteri che regolano la distribuzione delle risorse nell’ambito della nuova Pac 2014-2020. In particolare il Parlamento europeo ha deciso di porre un tetto massimo ai contributi versati ad ogni produttore».
IL CAPPING. «Con il cosiddetto “capping” – spiega Mara Bizzotto – viene fissato a 300mila euro annui l’importo massimo che un’azienda agricola potrà ricevere sotto forma di pagamenti diretti (con l’esclusione delle cooperative che ridistribuiscono, a loro volta, le risorse tra i loro membri). Una misura, questa, che da un lato serve a tutelare le piccole e medie imprese tipiche della realtà veneta e vicentina e a garantire loro maggiori finanziamenti, e dall’altro, a rassicurare il cittadino comune che mal comprende come un singolo produttore agricolo possa percepire più di 500mila euro l’anno in un periodo di grave crisi economica come l’attuale».
SOLDI SOLO AD AGRICOLTORI VERI. «Infine, grazie all’introduzione della figura dell’agricoltore attivo, è stato deciso di focalizzare gli aiuti Ue solo su chi fa realmente agricoltura e non, come avviene ancor oggi, a chi possiede terreni destinati magari a campeggi o impianti sportivi. Con queste due significative modifiche – conclude – potremo garantire ai nostri agricoltori una distribuzione più equa delle ormai sempre più scarse risorse a disposizione».
Il Giornale di Vicenza – 2 aprile 2013