Nella seduta odierna del Consiglio regionale del Veneto, è stato esaminato il Progetto di Legge Statale n. 32 “Abrogazione della Legge 2 agosto 1999, n. 264 ‘Norme in materia di accessi ai corsi universitari’, e successive modificazioni, per eliminare le prove di ammissione ai corsi universitari”.
La succitata Proposta di Legge Statale vuole eliminare il numero chiuso e le prove di ammissione ai corsi universitari, al fine di consentire ai giovani di iscriversi liberamente a qualsiasi corso universitario e ai laureati di poter accedere liberamente ai corsi di specializzazione.
Nel caso di approvazione della Proposta di Legge Statale da parte del Parlamento, la Legge 2 agosto 1999, n. 264, sarebbe quindi integralmente abrogata con effetti immediati per gli accessi ai corsi universitari dell’anno accademico 2017-2018.
I consiglieri regionali Pietro Dalla Libera (Veneto Civico), come relatore, e Massimiliano Barison (FI), come correlatore, hanno illustrato il PdlS e introdotto così la discussione nel merito.
Nel corso del dibattito, il consigliere Stefano Valdegamberi (Gruppo Misto) ha sottolineato come “non possiamo mettere delle barriere in un settore, come quello della Sanità, in cui c’è domanda di lavoro, in controtendenza rispetto ad altri, dato che molti nostri giovani aspirano a diventare medici, spinti sovente da passione e da una vera e propria vocazione. Non dobbiamo creare ulteriori disoccupati, bensì andare incontro alle aspettative dei giovani che altrimenti saranno spinti a emigrare in numero ancora maggiore di quello attuale”.
Piero Ruzzante (Articolo 1 – MDP) denuncia come manchino “tanti studenti di Medicina per sopperire all’inevitabile turn –over dei professionisti attualmente in servizio che nei prossimi anni andranno in pensione. Appoggio quindi volentieri questa Proposta di Legge Statale, anche se in linea generale non nutro molto favore nei confronti di provvedimenti simili”.
Per Orietta Salemi (PD) “la mia esperienza di docente mi porta ad affermare che spesso i test di accesso ai corsi universitari non sono calibrati per provare le reali attitudini degli studenti. Anche per questo motivo, appoggio con convinzione questa Proposta normativa: dobbiamo sostenere prima di tutto la formazione dei nostri studenti presso le Università italiane, questo deve essere un nostro orgoglio”.
Erika Baldin (M5S) informa che “il Movimento 5 Stelle voterà a favore del PdlS. Personalmente, ritengo che sia giusto, da una parte garantire il diritto allo studio per tutti, dall’altra è necessario garantire il principio meritocratico per cui si laureano solo le persone veramente capaci e motivate”.
Voto favorevole annunciato anche da Franco Ferrari (AMP).
Il provvedimento è stato quindi approvato con 45 voti a favore, 1 astenuto.
Barison (FI): “Abolire il numero chiuso senza una proposta alternativa è sbagliato”
In merito alla proposta di legge n.32, del consigliere Dalla Libera, che chiede l’abolizione del numero chiuso di alcune facoltà e approvata oggi in Consiglio, interviene con una nota il Capogruppo e contro-relatore della legge, Massimiliano Barison (Forza Italia) . “I dati in nostro possesso dimostrano chiaramente che nei prossimi 10 anni saranno 58.000 i pensionamenti di medici e che non saremo in grado di sostituirli: mancano medici specializzati e la causa sta soprattutto nel numero chiuso nelle facoltà di medicina. Il problema è reale ed è peggiorato dal fatto che il Governo non da né risposte né una progettualità futura che possa risolvere il problema della mancanza di personale medico specializzato. La proposta non è quindi sufficiente – continua Barison – perché si limita semplicemente a proporre l’eliminazione della legge statale e non promuove una discussione in merito a ciò che avverrebbe dopo, siamo convinti che un accesso libero creerebbe una situazione ancora più difficile. Dobbiamo ricordare che non ci sono, allo stato attuale: laboratori, aule e infrastrutture sufficienti ad ospitare tutti i nuovi possibili studenti con l’eventuale abolizione del numero chiuso. Il rischio è poi di penalizzare il livello di qualità della formazione specialistica. In sostanza – prosegue Barison – l’eliminazione tout court non è attualmente percorribile e quindi ci siamo astenuti. Il vero problema sta nell’attuale modalità di accesso. La nostra proposta è di applicare un metodo di accesso giusto, oggettivo e trasparente perché è sotto gli occhi di tutti che un test a risposta multipla su geografia, educazione civica, storia e italiano poco ha a che fare con la preparazione in medicina, veterinaria e odontoiatria. Potremmo attingere dal modello francese dove la selezione avviene in più step durante i primi due anni di università, evitando un ‘quizzificio’ in entrata. Inoltre la programmazione di laureati e specializzati di medicina deve essere posta in capo alle Regioni e non centralizzate nel Ministeri. La priorità – conclude Barison- deve essere la preparazione dei nostri studenti, sia in termini infrastrutturali che in termini didattici. Dobbiamo farli studiare in condizioni ottimali grazie a maggiori investimenti per assicurare loro un percorso serio ed importante affinchè siano pronti da subito a svolgere il proprio lavoro in modo corretto e professionale.
27 luglio 2017