“L’autonomia è una rivoluzione e non mi aspetto piaccia a tutti. Il percorso, però, ormai è tracciato. Per noi è una partita fondamentale”. Così la neoministra delle Autonomie richiama l’importanza dei pre accordi siglati lo scorso febbraio. Ora si trasformeranno in intese e cambieranno molte cose: dagli accessi alle scuole di specializzazione, all’ingresso nel Ssn. Novità anche per i farmaci equivalenti e i ticket. Il Veneto avrà anche spazio di manovra sulla libera professione e l’Emilia Romagna sulla distribuzione diretta dei farmaci.
“Se si affossa l’autonomia, salta il governo. Per noi è una partita fondamentale, ci abbiamo messo la faccia e abbiamo preteso fosse inserita nel contratto. L’autonomia è una rivoluzione e non mi aspetto piaccia a tutti. Il percorso, però, ormai è tracciato. Voglio portare il più presto possibile in Parlamento la legge con l’intesa Stato Regioni”. Così la neo ministra per gli Affari Regionali e le Autonomie, Erika Stefani, ha annunciato subito le sue intenzioni sui pre accordi sulle autonomie di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna siglati lo scorso febbraio.
L’obiettivo è quello di trasformare gli accordi in intese vere e proprie nel più breve tempo possibile. Nel testo dei pre accordi si precisava che, una volta raggiunta l’Intesa, una commissione paritetica Stato-Regione avrà il compito di determinare le modalità di attribuzione delle risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie. Inoltre, entro un anno dall’approvazione della futura Intesa, dovranno essere determinati i fabbisogni standard destinati a diventare, nei cinque anni successivi, il termine di riferimento in un’ottica di superamento della spesa storica, in relazione alla popolazione residente e al gettito dei tributi maturati nel territorio regionale.
Ma vediamo cosa prevedono i tre pre accordi Regione per Regione.
Emilia Romagna
– possibilità di rimuovere i vincoli di spesa specifici nella gestione del personale;
– programmare l’accesso alle suole di specializzazione e le borse di studio per i medici specializzandi e la loro integrazione nel sistema aziendale. E’ prevista la possibilità, attraverso accordi con le Università, di stipulare contratti a tempo determinato di “specializzazione lavoro” alternativi alle Scuole di specializzazione;
– definizione delle modalità per l’inserimento dei medici titolari del contratto di specializzazione lavoro, all’interno delle strutture del Ssn, fermo restando che il contratto in esame non può dare in alcun modo diritto all’accesso ai ruoli del Ssn né all’instaurazione di alcun rapporto di lavoro a tempo indeterminato con lo stesso, se non interviene una ulteriore procedura selettiva a tal fine dedicata.
– l’espletamento delle funzioni attinenti il sistema tariffario, di rimborso, di remunerazione e di compartecipazione alla spesa, limitatamente ai soli assistiti residenti in Emilia Romagna;
– definire il sistema di governance delle Aziende e degli Enti del Servizio sanitario regionale, per garantire un assetto organizzativo efficiente della rete ospedaliera e dei servizi territoriali e di supporto, nonché delle relative forme di integrazione;
– adottare decisioni basate sull’equivalenza terapeutica dei medicinali, sottoponendo all’Agenzia Italiana del Farmaco un documento recante le valutazioni tecnico-scientifiche in merito a tali decisioni al quale AIFA dovrà rispondere entro 180 giorni nel merito adottando un parere obbligatorio e vincolante sull’intero territorio nazionale. In caso contrario la Regione utilizza il documento presentato per assumere le determinazioni basate sull’equivalenza terapeutica;
– definire le forme della distribuzione diretta dei farmaci ai pazienti che richiedono un controllo ricorrente, in assistenza domiciliare, residenziale o semiresidenziale, alle dimissioni;
– programmare gli investimenti edilizi e tecnologici in ottica pluriennale, con tempi certi e risorse adeguate;
– istituire e gestire fondi sanitari integrativi.
Lombardia
– possibilità di rimuovere i vincoli di spesa con particolare riguardo alle politiche di gestione del personale;
– maggiore autonomia in materia di determinazione del numero dei posti dei corsi di formazione per i Medici di Medicina Generale e di accesso alle scuole di specializzazione, allo scopo la Regione stipula specifici accordi con le Università presenti sul territorio regionale;
– possibilità di avviare percorsi finalizzati alla stipula di contratti a tempo determinato di “specializzazione lavoro” per i medici, alternativi al percorso delle scuole di specializzazione;
– definizione delle modalità per l’inserimento dei medici titolari del contratto di specializzazione lavoro, all’interno delle strutture del Ssn, fermo restando che il contratto in esame non può dare in alcun modo diritto all’accesso ai ruoli del Ssn né all’instaurazione di alcun rapporto di lavoro a tempo indeterminato con lo stesso, se non interviene una ulteriore procedura selettiva a tal fine dedicata;
– maggiore autonomia nell’espletamento delle funzioni attinenti al sistema tariffario, di rimborso, di remunerazione e di compartecipazione;
– maggiore autonomia in ordine alla definizione del sistema di governance delle Aziende sanitarie e degli Enti del Servizio Sanitario Regionale, con particolare riguardo agli organi e alla direzione strategica, ferme restando le disposizioni nazionali in materia di selezione della dirigenza sanitaria;
– adottare decisioni basate sull’equivalenza terapeutica, tra medicinali contenenti differenti principi attivi alle quali AIFA dovrà rispondere entro 180 giorni nel merito adottando un parere obbligatorio e vincolante sull’intero territorio nazionale. In caso contrario la Regione utilizza il documento presentato per assumere le determinazioni basate sull’equivalenza terapeutica;
– per la realizzazione degli interventi sul patrimonio edilizio e tecnologico del Servizio Sanitario Regionale è assicurata alla Regione la capacità di programmare gli interventi medesimi in un quadro pluriennale certo e adeguato di risorse;
– maggiore autonomia legislativa, amministrativa ed organizzativa in materia di istituzione e gestione di fondi sanitari integrativi.
Veneto
– maggiore autonomia finalizzata a rimuovere i vincoli di spesa specifici, con particolare riguardo alle politiche di gestione del personale dipendente, convenzionato o accreditato;
– maggiore autonomia in materia di gestione del personale del Servizio Sanitario Regionale, compresa la regolamentazione dell’attività libero professionale;
– la Regione può, in sede di contrattazione collettiva integrativa, per i dipendenti del Servizio Sanitario Regionale, prevedere incentivi e misure di sostegno, anche mediante l’utilizzo di risorse aggiuntive regionali da destinare in particolare al personale dipendente in servizio presso sedi montane disagiate;
– maggiore autonomia in materia di accesso alle scuole di specializzazione, ivi compresa la programmazione delle borse di studio per i medici specializzandi e la loro integrazione operativa con il sistema aziendale. A tal fine, la Regione stipula specifici accordi con le Università presenti sul territorio regionale;
– la Regione può avviare percorsi finalizzati alla stipula di contratti a tempo determinato di “specializzazione lavoro” per i medici, alternativi al percorso delle scuole di specializzazione;
– la Regione definisce le modalità per l’inserimento dei medici titolari del suddetto contratto di specializzazione lavoro all’interno delle strutture del Ssn, fermo restando che il contratto in esame non può dare in alcun modo diritto all’accesso ai ruoli del Ssn, né all’instaurazione di alcun rapporto di lavoro a tempo indeterminato con lo stesso, se non interviene una ulteriore procedura selettiva a tal fine dedicata;
– la Regione concorda con gli Atenei regionali percorsi per il possibile accesso dei Medici titolari del suddetto contratto alle scuole di specializzazione, nel rispetto dei requisiti di accreditamento delle scuole medesime;
– maggiore autonomia nell’espletamento delle funzioni attinenti al sistema tariffario, di rimborso, di remunerazione e di compartecipazione;
– maggiore autonomia in ordine alla definizione del sistema di governance delle Aziende e degli enti trasversali del Servizio Sanitario Regionale;
– adottare decisioni basate sull’equivalenza terapeutica, tra medicinali contenenti differenti principi attivi alle quali AIFA dovrà rispondere entro 180 giorni nel merito adottando un parere obbligatorio e vincolante sull’intero territorio nazionale. In caso contrario la Regione utilizza il documento presentato per assumere le determinazioni basate sull’equivalenza terapeutica;
– maggiore autonomia legislativa, amministrativa ed organizzativa in materia di istituzione e gestione di fondi sanitari integrativi;
– per la realizzazione degli interventi sul patrimonio edilizio e tecnologico del Servizio Sanitario Regionale è assicurata alla Regione la capacità di programmare gli interventi medesimi in un quadro pluriennale certo e adeguato di risorse.
Su questa materia la Lega potrà farsi forte del contratto di governo siglato con il Movimento 5 stelle. Su pressione del Carroccio, infatti, il punto 20 dell’accordo sottolinea esplicitamente come “sotto il profilo del regionalismo, l’impegno sarà quello di porre come questione prioritaria nell’agenda di Governo l’attribuzione, per tutte le Regioni che motivatamente lo richiedano, di maggiore autonomia in attuazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, portando anche a rapida conclusione le trattative tra Governo e Regioni attualmente aperte”.
“Il riconoscimento delle ulteriori competenze dovrà essere accompagnato dal trasferimento delle risorse necessarie per un autonomo esercizio delle stesse – prosegue il contratto -. Alla maggiore autonomia dovrà infatti accompagnarsi una maggiore responsabilità sul territorio, in termini di equo soddisfacimento dei servizi a garanzia dei propri cittadini e in termini di efficienza ed efficacia dell’azione svolta. Questo percorso di rinnovamento dell’assetto istituzionale dovrà dare sempre più forza al regionalismo applicando, regione per regione, la logica della geometria variabile che tenga conto sia delle peculiarità e delle specificità delle diverse realtà territoriali sia della solidarietà nazionale, dando spazio alle energie positive ed alle spinte propulsive espresse dalle collettività locali. Occorre garantire i trasferimenti necessari agli enti territoriali e una contestuale cessazione delle ‘politiche di tagli’ compiute dagli ultimi Governi”.
Ma tutte queste novità, introdotte in un Sistema sanitario già lacerato da importanti differenze a livello regionale che arrivano a comprendere la stessa erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, non rischia di far venir meno il concetto stesso di Servizio sanitario nazionale? Si potrà ancora parlare di una politica sanitaria nazionale se così numerosi ed importanti aspetti, dal personale alla farmaceutica fino alla governance delle aziende, dovessero diventare una competenza esclusiva delle amministrazioni regionali, portando così ogni territorio ad organizzarsi da sé senza nessuna armonizzazione operata a livello centrale?
Già oggi si può dire che i cittadini vivano in almeno due Paesi diversi, al punto che il Settentrione vede i suoi residenti vivere in media 4 anni in più rispetto al Sud. Non si rischierebbe in questo modo un definitivo strappo tra due Paesi che arriverebbero a “parlare due linguaggi diversi” dal punto di vista dell’organizzazione sanitaria?
Su questo punto sarà interessante vedere quale tipo di mediazione politica riuscirà ad ottenere un Movimento 5 stelle forte in Parlamento, ma ancora poco presente nelle amministrazioni regionali del Nord. Di certo, però, i pentastellati dovranno in qualche modo riuscire a compensare una situazione che potrebbe definitivamente lasciare indietro quel Sud che è, ad oggi, rappresenta il loro principale serbatoio di consensi.
Giovanni Rodriquez – quotidiano sanità – 3 giugno 2018