Il territorio è invaso da esemplari non autoctoni che danneggiano l’ecosistema. Il Dipartimento dell’Agricoltura Usa ha studiato un blitz delle forze aeree
Il Dipartimento dell’Agricoltura si prepara a bombardare l’isola di Guam per liberarla dall’invasione dei serpenti. L’imponente operazione paramilitare arriva al termine di lunghi mesi di preparazione da parte delle autorità americane su come soccorrere la popolazione del Territorio del Pacifico alle prese con oltre due milioni di serpenti “Brown Tree” diventati una vera e propria ossessione. I rettili non sono una specie indigena ma i discendenti di esemplari arrivati durante la Seconda Guerra Mondiale a bordo di unità della Us Navy provenienti da isole del Sud Pacifico.
Senza nemici naturali, i serpenti si sono moltiplicati, hanno sterminato gli uccelli dell’isola e alterato l’habitat naturale. Irritando particolarmente gli abitanti perché, scomparsi gli uccelli, dilagano ragni. Senza contare i capi bovini e caprini aggrediti, le case invase e i cavi dell’elettricità distrutti. I danni sono stimati in milioni di dollari. “I serpenti hanno cambiato il volto di Guam” riassume Robert Reed, direttore di un progetto di ricerca ad hoc dell’”Us Geological Survey”, secondo il quale “in nessun altro luogo del Pianeta si verifica un’emergenza di questo tipo”. Da qui la decisione del Dipartimento dell’Agricoltura di lanciare l’attacco dall’aria. A condurlo saranno dozzine di elicotteri militari – Guam ospita una importante base dell’Us Air Force – che getteranno sulle superficie dell’isola migliaia di topi morti a cui sono stati iniettati 80 mlg di antidolorifici, simili a quelli che si trovano in medicinali come il Tylenol. Si tratta di una dose innocua per gli esseri umani ma capace di uccidere un serpente ed al fine di attirare i rettili nella trappola i topi saranno legati ad una sorte di stelle filanti verdi, per farli posizionare sui rami degli alberi dove i serpenti amano rifugiarsi e cibarsi delle prede.
Se il piano riuscirà e la popolazione dei serpenti verrà drasticamente ridimensionata, le autorità dell’isola hanno in animo di riportare le specie di uccelli scomparse in questi anni, al fine di ricostituire l’habitat dell’isola. Fra i più interessanti ad un successo dell’attacco dal cielo ci sono gli abitanti dell’arcipelago della Hawaii, da sempre alle prese con il timore di essere invasi da specie animali non indigene, capaci di portare la devastazione sulle isole.
corriere.it – 25 febbraio 2013