Nonostante il numero dei contagi sia basso rispetto ad altri Paesi, la politica di “tolleranza zero” della Cina è mirata a interrompere la trasmissione del virus con screening a tappeto che portano al confinamento di interi quartieri o, nei casi di maggiore diffusione, delle città. In lockdown ci sono attualmente 42 milioni di persone; lunedì il paese ha registrato 5mila nuovi casi raddoppiando i 2.400 contagi di domenica.
In Germania aumenta in maniera decisa l’incidenza: quella settimanale, rilevata ieri, ha raggiunto 1.585 infezioni per 100mila abitanti, e in alcune regioni ha superato i 2mila casi. Nelle ultime 24 ore sono stati registrati 198.888 nuovi contagi e 238 decessi. Il ministro della Salute tedesco, Karl Lauterbach, ha espresso preoccupazione nei giorni scorsi: «La situazione è critica» ha detto. Il governo si appresta quindi a varare una legge che permetta alle regioni di decidere nei distretti con incidenza elevata se procedere o meno all’allentamento delle rimanenti restrizioni quali la necessità di un pass (vaccino o guarigione) per accedere ai locali pubblici e l’obbligo di mascherine in alcuni ambienti al chiuso.
Peggiora la curva anche in Gran Bretagna dove sono da tempo state abbandonate le restrizioni, in particolare le mascherine al chiuso. La media mobile su sette giorni dei contagi è passata dai 44mila contagi del 3 marzo ai 73muka del 13 (dato incompleto, su cinque giorni). E stanno crescendo anche i ricoveri: 10mila negli ultimi sette giorni, in aumento del 18% rispetto alla settimana precedente.
Negli Stati Uniti dove invece la curva dei contagi rimane in discesa, si guarda con preoccupazione ai rialzi europei. Anthony Fauci ha osservato che sono tre i fattori che sembrano aver causato le impennate oltreoceano: l’allentamento delle misure di protezione, il venir meno dell’immunità (da vaccino o naturale) e la presenza di una variante molto contagiosa quale Omicron BA.2. Per rafforzare le difese, secondo quanto rivelato dal Washington Post, le aziende farmaceutiche Pfizer e BioNTech «chiederanno l’autorizzazione di emergenza per un secondo booster», una quarta dose, «del loro vaccino anti-Covid per le persone di età pari o superiore a 65 anni». E tuttavia gli Stati Uniti rischiano presto di trovarsi a corto di farmaci per il Covid-19 – i monoclonali in primo luogo – e anche di dosi booster a causa dell’insufficienza dei fondi stanziati dal governo.
Ieri il presidente Joe Biden ha firmato la legge che dà all’Ucraina aiuti militari e umanitari per 13,6 miliardi di dollari ma la Casa Bianca ha dato l’allarme sulle gravi conseguenze che avrebbe la mancata approvazione di nuovi finanziamenti per la pandemia venuti meno, in parte, nei negoziati al Congresso. L’amministrazione aveva chiesto 22,5 miliardi di dollari per vaccini e farmaci ma la somma è scesa a 15,6 miliardi, ulteriormente tagliati quando molti deputati democratici si sono opposti a finanziare la nuova spesa con tagli ai trasferimenti agli Stati.
Roberta Miraglia – Il Sole 24 Ore