RENZI e il ministro Madia spiegano che tra le priorità della riforma c’è anche quella del «ringiovanimento selettivo e strategico» della Pubblica amministrazione. In primo luogo con l’assunzione a costo zero di 10-15 mila giovani entro il 2018 grazie «all’abrogazione dell’istituto del trattenimento in servizio», ovvero obbligando ad andare in pensione chi ne ha i requisiti mentre oggi si può restare in servizio fino a 70 anni.
«Il mio obiettivo – afferma la Madia – è sbloccare al massimo il turn over in modo strategico con entrate selezionate e competenti». Il ministro si dice poi pronta a parlare di prepensionamenti, ma dopo lo stop all’istituto di trattenimento. La riforma prevede che la carriera dei dirigenti «sarà portata avanti per incarichi a termine e non per fasce, il che diventa fondamentale per le retribuzioni, ma anche che la valutazione che si baserà sulle performance dei dirigenti». Le retribuzioni saranno legate anche all’andamento dell’economia. Alternativa agli esuberi potrà esserci il demansionamento o la possibilità di affidare mansioni assimilabili. Inoltre i dirigenti rimasti senza incarico oltre un determinato termine potranno essere licenziati. La Madia aggiunge che sarà modificata la mobilità che potrà essere «volontaria e obbligatoria pur garantendo la dignità al lavoratore con riferimento alle retribuzioni e alla non lontananza da luogo lavoro». Previste anche l’agevolazione del part-time e la creazione di asili nido nelle amministrazioni. Ci sarà infine l’abolizione della figura del segretario comunale.
Repubblica – 2 maggio 2014