«Non prevediamo di licenziare personale nell’ambito pubblico». Lo ha assicurato il Commissario alla spending review, Yoram Gutgeld, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo. «Trasferiremo i dipendenti dove c’è bisogno, – ha spiegato – rendendo più efficiente il personale pubblico. Infatti, stiamo pensando a un’agenzia della mobilità».
Gutgeld ha anche assicurato che sul fronte della spending «le pensioni non verranno toccate», mentre oggi il ministro del lavoro Poletti al question time ha annunciato che il governo rimetterà mano alla riforma Fornero sulle pensioni all’interno della prossima legge di Stabilità «per attivare una maggiore flessibilità in uscita che sia graduale e sostenibile economicamente».
«Pensioni non saranno toccate»
«Le pensioni non verranno toccate: abbiamo ritenuto che per ottenere un risparmio significativo avremmo dovuto toccare anche quelle da due-tremila euro che sono buone pensioni ma non da ricchi. Perciò – ha aggiunto – abbiamo deciso di non farlo». Gutgled ha quindi giudicato positivamente il lavoro dei precedenti commissari alla revisione della spesa: «Non credo – ha detto – che abbiano fallito i miei predecessori: il lavoro fatto precedentemente ha permesso la riduzione delle tasse».
«Non dobbiamo solo tagliare ma spendere in modo diverso: rendere la spesa sociale più qualificata, rivedere gli investimenti, eventualmente riducendoli anche», ha aggiunto Gutgeld.
Taglio della spesa da almeno 10 miliardi
Certo è che la partita più impegnativa contenuta nel Def che sarà approvato domani in Cdm si conferma quella con i tagli strutturali alla spesa corrente. Nel Def si cifra il nuovo intervento in cantiere in 10 miliardi, destinati integralmente a disinnescare le clausole di salvaguardia: 4-5 miliardi arriverranno essenzialmente da tre interventi: attuazione della riforma della Pa e rafforzamento delle centralizzazione degli acquisti di beni e servizi; stretta sulle partecipate; riduzione dei trasferimenti e sussidi al trasporto pubblico. Altri 3,1 miliardi dovrebbero essere garantiti dalla potatura delle tax expenditures (1,5 miliardi) ossia delle agevolazioni fiscali totale e dalla razionalizzazione degli incentivi alle imprese. I 2,5-4 miliardi restanti verrebbero assicurati prevalentemente da interventi sulla spesa regionale, sprechi sanitari inclusi, e in minima parte sui Comuni. Previsti anche controlli più stringenti sulle prestazioni sociali a partire dagli assegni di invalidità e accelerazione dei costi standard, con le spese dei Comuni che dovranno essere tutte messe online.
Gutgeld (Pd): “In sanità importanti spazi di recupero”. Si punta sulle centrali di acquisto
A partire da settembre “gran parte della spesa pubblica” dovrebbe essere affidata a “qualche decina di centrali di acquisto” e questo permetterà di “lavorare sugli sprechi della sanità” e di trovare risorse da “investire in quelle aree del paese dove il livello qualitativo dei servizi sanitari è assolutamente insufficiente”. Parola di Yoram Gutgeld, nuovo commissario per la revisione della spesa, ospite ieri alla trasmissione Otto e Mezzo.
L’obiettivo è “migliorare il livello dei servizi della sanità”. Per farlo è necessario realizzare “economie ed efficienze” per potere avere risorse da “investire in quelle aree del paese dove il livello qualitativo dei servizi sanitari oggi è assolutamente insufficiente”. E “all’interno della sanità ci sono importanti spazi di recupero” di risorse. Ne è convinto Yoram Gutgeld, nuovo commissario per la revisione della spesa e deputato PD, che intervenendo ieri sera alla trasmissione Otto e Mezzo, su La7, ha spiegato anche quale sarà il principale strumento per raggiungere questo obiettivo: le centrali di acquisto. Per evitare, anzitutto, che un ospedale della stessa Regione compri un farmaco o dispositivo per 100 euro e un altro, nella stessa Regione, compri lo stesso dispositivo o lo stesso farmaco per 250 euro. “Questo è quello che succede oggi, anche nelle Regioni dove la sanità funziona”, ha affermato Gutgeld.
“L’anno scorso – ha quindi spiegato il commissario alla Spending Review – abbiamo impostato un discorso di concentrazione delle centrali di acquisti ed entro settembre contiamo di averne qualche decina a cui affidare gran parte della spesa pubblica. In questo modo sarà possibile lavorare sugli sprechi e il farmaco acquistato attraverso la centrale di acquisto costerà uguale in tutti gli ospedali e anche meno di quanto accada nel migliore dei casi”. Altro capitolo di risparmio potrebbe essere, secondo Gutgeld, gli emolumenti dei consiglieri regionali. Un atto “importante non tanto per l’entità dei costi, quanto per il messaggio che trasmette”.
Interrogato da Lilli Gruber riguardo la chiusura dei piccoli ospedali, Gutgeld ha risposto che “c’è già piano di chiusura ospedali piccoli, ed è sacrosanto perché riguarda tanto il tema dei costi, ma soprattutto la qualità dei servizi. Questi ospedali non possono garantire i livelli di qualità necessari”.
Per raggiungere gli obiettivi di efficienza, saranno necessari “almeno 2-3 anni”, nel corso dei quali verranno “portate avanti e incrementate” anche “molte” proposte messe in campo dall’ex commissario alla Spendinw Review Carlo Cottarelli che, secondo Gutgeld, “ha lavorato assolutamente bene”.
Gutgeld è ottimista. “C’è molta volontà e la qualità delle persone della Pubblica Amministrazione è migliore di quanto si pensi. Con le idee chiare e la sinergia e la determinazione giusta, si fa tutto”.
10 aprile 2015