Cgil, Cisl e Uil incontrano anche i partiti sulla legge di Stabilità. Nelle piazze e in Parlamento. Per Cgil, Cisl e Uil questa è la settimana di mobilitazione per modificare la legge di Stabilità. Lo sciopero generale di 4 ore articolato sul territorio si svolgerà nei prossimi giorni, mentre partiranno oggi gli incontri con i capigruppo dei partiti.
I segretari generali Susanna Camusso (Cgil), Raffaele Bonanni (Cisl) e Luigi Angeletti (Uil) vedranno questa mattina alle 9,30 Sinistra e libertà, alle 11 il Partito democratico e, nel pomeriggio alle 16 Fratelli d’Italia. I tre leader sindacali non hanno proprio le stesse sensibilità su come andrebbe cambiata la manovra. Camusso, per esempio, è abbastanza isolata nella sua insistenza per nuove forme di prelievo patrimoniale. Ma sono ovviamente d’accordo sul fatto che più soldi debbano andare ai lavoratori dipendenti, attraverso un rafforzamento del taglio del cuneo fiscale, e ai pensionati, ripristinando la perequazione piena degli assegni al costo della vita, magari reintroducendo anche forme flessibili di pensionamento anticipato. E al governo che chiede dove trovare le risorse per finanziare queste operazioni il sindacato, in particolare Cisl e Uil, replicano proponendo una sfilza di tagli ai costi della politica e della macchina statale a tutti i livelli, senza toccare i dipendenti pubblici ovviamente, già ulteriormente penalizzati dalla proroga del blocco delle retribuzioni.
Molto interessato ad aprire un dialogo con le tre confederazioni si è mostrato il nuovo supercommissario per la spending review, Carlo Cottarelli, che la scorsa settimana ha chiamato informalmente i tre leader sindacali per concordare con loro un incontro. È probabile che già questa settimana l’ex dirigente del Fondo monetario internazionale cominci a vedere singolarmente i segretari generali. Bonanni insiste da settimane sui tagli alla spesa pubblica improduttiva: dalle dismissioni del patrimonio immobiliare al taglio delle consulenze, dall’introduzione immediata dei costi standard a tutti i livelli alla riduzione delle stazioni appaltanti («30mila è un numero assurdo»), dal taglio delle migliaia di aziende municipalizzate alla revisione di concessioni e convenzioni, mentre è contrario a nuove privatizzazioni di aziende come Eni, Enel, Finmeccanica e Poste dove, tra l’altro, il sindacato è ancora molto forte. La Uil di Angeletti ha preparato da tempo un dossier sui risparmi che si potrebbero ottenere snellendo le istituzioni e i tagliando i costi della politica.
Ma è probabile che Cottarelli sia più interessato a capire le disponibilità del sindacato a ragionare di come si può risparmiare sui dipendenti pubblici, non tanto in termini di retribuzioni, che sono già bloccate da anni, ma di uso più efficiente delle risorse, spostando il personale da dove non serve a dove c’è necessità. Un’operazione che finora non è riuscita a nessuno. Qualche risparmio si potrebbe ottenere anche tagliando ancora i permessi sindacali, già ridotti negli ultimi anni. Ma anche qui è prevedibile che, se l’argomento dovesse venir fuori, Cottarelli si troverebbe di fronte a forti resistenze.
La legge di Stabilità contiene qualche misura che tocca marginalmente il sindacato in maniera diretta, come la proroga per un triennio ancora degli adeguamenti all’inflazione dei compensi ai Caf per l’assistenza fiscale e un taglio dell’aliquota di finanziamento dei patronali dallo 0,226 allo 0,2% del monte contributi Insp e Inail. Cgil, Cisl e Uil sperano ovviamente in una marcia indietro in Parlamento. Ma con poche speranze.
11 novembre 2013