Contro la crisi maghi e veggenti dicono di applicare sconti ma alla fine moltiplicano la “sedute” Tariffe scontate per sfruttare la disperazione dei disoccupati
Sconti. Selvaggi e mirabolanti: il 20, in alcuni casi il 25 per cento in meno rispetto a un anno fa per offrire lo stesso campionario di «servizi magici» ai propri clienti. Secondo Telefono Antiplagio, un’associazione che da 18 anni monitora il cosiddetto mondo dell’occulto, è questa la strada imboccata dal variegato esercito di maghi, sensitivi e cartomanti torinesi per esorcizzare la crisi. Per una conferma contattiamo tre (numero magico) di loro. Ma, singolare coincidenza, appena fa capolino la parola «giornalista», ecco che la linea telefonica, vittima di qualche oscuro maleficio, cade.
Low cost truffaldino
«Eppure – racconta Giovanni Panunzio, battagliero presidente dell’associazione – sono numerose le segnalazioni che indicano questa fase di magia low-cost. Occorre stare attenti, però, perché se è vero che spesso abbassano i prezzi è altrettanto vero che questi furbacchioni cercano di aumentare il livello di dipendenza nei loro confronti in modo da far salire il numero di sedute e annullare l’effetto dello sconto».
Incrementare la dipendenza: niente di più facile in un periodo di paure e di fragilità psicologiche. «Loro lo sanno bene – prosegue Panunzio – : non a caso, in questo momento, la maggior parte delle persone che si rivolgono ai cosiddetti maghi, lo fanno proprio per problemi legati alla disoccupazione». Le ricette messe in campo dal settore? Le solite: i numeri del Lotto, i segni zodiacali (i colloqui per un posto vanno fatti avendo le stelle dalla propria parte), gli amuleti (perché se non trovi chi ti assume è chiaro che qualcuno ce l’ha con te), la seduta spiritica con richiesta di consigli ai parenti defunti, qualche più o meno sfavillante rituale. Che se poi non funzionano, la colpa – si sa – è del cliente che non ha seguito le indicazioni.
Quanto costa
I prezzi, invece, sono maledettamente chiari. «Sconti a parte – osserva Panunzio – dipendono dalla notorietà dell’operatore». La prima seduta può costare dai 20 ai 50 euro. Chi sceglie di tornare per avere il prezioso talismano spenderà fra i 400 e i 500 euro. La consulenza con gli spiriti dei trapassati attraverso la seduta medianica è invece più salata: occorre sborsare tra i 500 e i mille euro. Veleggiano ben oltre i mille euro i servizi legati ai rituali.
«Senza contare – annota ancora Panunzio – che in molti casi non vengono nemmeno emesse le ricevute fiscali, fondamentali in caso di denuncia». Denunce che, peraltro, sono rarissime. «Si vergognano, certo. Eppure denunciarli è l’unico modo per debellarli».
Dalla Questura di Torino spiegano: «Spesso si tratta di soggetti che approfittano della credulità delle persone. Ma sono anche individui abili a muoversi nella “zona grigia” della legge: noi possiamo intervenire solo in casi di reati, di truffe conclamate che non sono sempre facili dimostrare…».
La religione
Loro, i maghi, nel somministrare improbabili ricette anti-crisi cercano talvolta una sponda nella religione. Lo sa bene Marcella Pioli, presidente del Gris, il centro voluto dalla Curia per aiutare le vittime dell’occultismo: «Sono astuti: cercano la commistione con il sacro per guadagnarsi la fiducia della gente». E così nei salotti e negli studi, tra tarocchi e cristalli, spuntano statue di Madonne o di Padre Pio. Qualcuno arriva ad organizzare pellegrinaggi ai santuari. Altri millantano amicizie con cardinali e prelati. «Cercano di appropriarsi di aspetti rituali del cristianesimo, ma al contempo vogliono dimostrare la loro superiorità in termini di potere. Infliggono profonde sofferenze alle persone, non solo economiche».
Ma i soldi restano il movente principale. Maghi & affini, occorre ricordarlo, non hanno un albo al quale sono tenuti a iscriversi. L’ultimo rapporto (risalente al 2011) di Telefono Antiplagio costruito setacciando annunci sui giornali, pubblicità sulle tv locali, siti Internet e incrociandoli con le segnalazioni ricevute, è arrivato a stimare una presenza di 750 professionisti fra Torino e provincia. E il giro d’affari, ipotizzando un numero di 50mila clienti, si aggira intorno ai 30 milioni di euro. Tra «fatture» (false) e fatturati (veri).
Repubblica – 11 agosto 2012