Il governo dei tecnici produce delle leggi che sono illeggibili
Solo un governo dei tecnici poteva raggiungere una simile vetta di prosa legislativa. Leggete qua
«Allo scopo di procedere, anche ai sensi degli articoli 21-bis, 21-ter, 21-quater, e 21-quinques della legge 7 agosto 1990, n. 241 e successive modifiche ed integrazioni, alle ulteriori verifiche amministrative e funzionali del Sistema di controllo della Tracciabilità dei Rifiuti (SISTRI) di cui all’art. 188 bis, comma 1, lett. a) del d.lgs. n. 152 del 2006 resesi necessarie anche a seguito delle attività poste in essere ai sensi dell’articolo 6, comma 2, del decreto legge 13 agosto 2011, n.138, convertito con modificazioni in legge 14 settembre, n.148 e successive modifiche ed integrazioni, il termine di entrata in operatività del Sistema SISTRI, già fissato dall’art. 12, comma 2 del DM 17 dicembre 2009 e prorogato, da ultimo, con l’articolo 6, comma 2, del già richiamato decreto legge 13 agosto 2011, n. 148 e con l’art. 6, comma 2, lettera f-octies) del decreto legge 70/2011, è sospeso fino al compimento delle anzidette verifiche e comunque non oltre il 30 giugno 2013, unitamente ad ogni adempimento informatico relativo al SISTRI da parte dei soggetti di cui all’articolo 188-ter del D.Lgs. 152/2006, fermo restando, in ogni caso, che essi rimangono comunque tenuti agli adempimenti di cui agli articoli 190 e 193 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 ed all’osservanza della relativa disciplina, anche sanzionatoria, vigente antecedentemente all’entrata in vigore del decreto legislativo del 3 dicembre 2010, n. 205».
Si tratta di un articolo contenuto nel del decreto legge sulla crescita. Tradotto in un gergo da praticanti del diritto il significato è che l’entrata in vigore del sistema di tracciabilità dei rifiuti (Sistri) è prorogata per l’ennesima volta di un altro anno. Certo che scritto così fa un altro effetto.
L’unica cosa che non si comprende è come questa disposizione possa essere compatibile con la legge (ironia della sorte) sullo sviluppo economico e la semplificazione (n. 69/2009), che all’artico 3, impegna inderogabilmente il governo a far sì che «ogni rinvio ad altre norme contenuto in disposizioni legislative_indichi, in forma integrale o in forma sintetica e di chiara comprensione, il testo ovvero la materia alla quale le disposizioni fanno riferimento o il principio, contenuto nelle norme cui si rinvia, che esse intendono richiamare». Addirittura il comma successivo precisa che «Le disposizioni della presente legge in materia di chiarezza dei testi normativi costituiscono princìpi generali per la produzione normativa e non possono essere derogate, modificate o abrogate se non in modo esplicito».
Ma è evidente che i governi tecnici hanno delle ragioni che le persone normali non possono comprendere.
ItaliaOggi – 11 giugno 2012-06-11