di Fulco Pratesi. Nonostante la loro utilissima azione di eliminazione delle carogne, gli avvoltoi non godevano di molte simpatie. Caccia, bracconaggio, collezionismo e veleni li stavano decimando. Oggi però, secondo il naturalista e documentarista Francesco Petretti del Wwf, la ripresa di questi maestosi uccelli è ormai avviata.
Pochi decenni fa, in Italia, la situazione era tragica. L’avvoltoio monaco, illustrato da Federico II nel libro sulla falconeria, era già estinto nel 1960. Estinto nel 1912 il gipeto o avvoltoio degli agnelli, il più bello e famoso, mentre l’araldico grifone sopravviveva solo in Sicilia e Sardegna. Del capovaccaio, o avvoltoio degli egizi, erano rimasti pochi esemplari nell’Italia meridionale e in Sicilia. Nella Guida alla Sardegna del Touring club italiano del 1918 si leggeva che, per la loro caccia, «si usa anche nascondere nelle carni delle carogne forti uncini, legati a corde, affinché gli avvoltoi, nella loro ingordigia, ingoiandoli vi possano rimanere presi». In Sicilia, gli ultimi grifoni scomparvero nel 1965, sui Nebrodi, causa una campagna di sterminio delle volpi con bocconi avvelenati.
Ma la nuova sensibilità naturalistica e la creazione di numerose aree protette, hanno consentito negli ultimi tempi un confortante recupero di questi magnifici rapaci.
Come ricorda Petretti, il grifone è ricomparso in un centinaio di esemplari in Sicilia dove è stato reintrodotto, grazie agli interventi della Lipu, nel Parco dei Nebrodi, mentre quelli della costa occidentale sarda si sostengono con la liberazione di esemplari esterni donati dal governo spagnolo. Nelle Alpi orientali arrivano dalla vicina ex Jugoslavia molti grifoni e a volte il raro avvoltoio monaco osservato nella Riserva del Lago del Cornino, tutti attirati dai carnai riforniti — in accordo tra Comuni e allevatori — con animali morti e scarti di macelleria.
Nella Riserva del Corpo Forestale sul Monte Velino in Abruzzo si è ricreata, dopo 500 anni di assenza, una popolazione di grifoni che si sta diffondendo nei monti circostanti e nei vicini Parchi nazionali dell’Appennino. Altri grifoni importati veleggiano protetti nelle gole del Parco nazionale del Pollino in Basilicata e Calabria.
Per il piccolo capovaccaio sono all’opera iniziative di ripopolamento in Puglia, anche con esemplari allevati in Toscana dall’ornitologo Guido Ceccolini. Infine, il maggior successo registrato da una operazione alla quale il Wwf ha contribuito, è il ritorno del mitico gipeto sulle Alpi. Estinto nel Gran Paradiso nel 1912, è stato allevato in vari zoo dell’Austria e liberato in natura. Oggi conta 230 esemplari e si riproduce anche nei Parchi nazionali dello Stelvio e del Gran Paradiso, costituendo un’importante attrattiva per naturalisti e turisti.
Il Corriere della Sera – 13 febbraio 2017