Il Gip ribalta l’impianto accusatorio: servono ulteriori accertamenti. Profilassi demandate alla Asl. Sono stati scarcerati i nove veterinari del frusinate accusati di non aver incassato somme per profilassi mai eseguite
Sono le 17 quando il provvedimento viene notificato agli avvocati. In esso, il Gip Marzano ordina la scarcerazione dei veterinari arrestati nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte false profilassi negli allevamenti bufalini della Valle dell’Amaseno.
Secondo le indagini del Nas i veterinari avrebbero attestato falsamente l’effettuazione della profilassi anti-tubercolosi presso gli allevamenti bufalini e per tale servizio avrebbero intascato i relativi emolumenti truffando in tal modo (secondo l’accusa) il Servizio sanitario per circa 200mila euro e causando un pericolo per la salute pubblica, poiché il latte delle bufale era destinato all’uomo. Ebbene, ieri, ultimati gli interrogatori, il Gip è stato molto più cauto della pubblica accusa. Innanzitutto – dice – i veterinari non sono dotati di idonea strumentazione per verificare l’ingrossamento della cute animale (e questo è uno dei segnali dell’infezione).
Non solo: ma nei casi «dubbi» sono stati eseguiti i dovuti accertamenti. In particolare, negli interrogatori, Catena e Florenzani hanno precisato che, seppur senza strumenti, loro hanno sempre e comunque effettuato la profilassi. Inoltre i veterinari arrestati (e posti ai domiciliari) non hanno inquinato le prove, per cui non ci sono più le esigenze cautelari. Infine il Gip osserva che oggi c’è anche una esigenza per il servizio pubblico affinchè proseguano i controlli sulle bufale. Controlli che, appunto, sono demandati ai veterinari stessi. Spetterà dunque alla Asl, ora, stabilire con quale protocollo e con quali strumentazioni.
Il Messaggero – 14 dicembre 2012