Indagano polizia provinciale e Forestale. Sarebbe stata abbattuta crivellata di colpi da qualche cacciatore. Ambientalisti pronti a costituirsi parte civile. Doppia indagine in corso. C’è chi ipotizza che si tratti di una poiana o di due uccisioni
VERONA — Si tinge sempre più giallo l’abbattimento a fucilate dei rapaci sul monte Baldo. Potrebbe essere in corso una strage di specie protette (reato per cui è previsto l’arresto). C’è infatti l’ipotesi che siano i corpi distinti di una poiana e di un’aquila, quelli ritrovati in questi giorni e su cui sono state avviate due indagini parallele dal corpo forestale dello Stato e dalla polizia provinciale di Verona. «Molto probabilmente sono due rapaci diversi, perchè sono stati rinvenuti in due zone del Baldo molto distanti tra loro», spiega la comandante della polizia provinciale, Anna Maggio. «A noi è giunta la segnalazione di un cittadino che ha trovato questo rapace in avanzata fase di decomposizione, che poi è stato esaminato da esperti ornitologi, i quali sono giunti alla conclusione che è una poiana. Ma che sia una poiana piuttosto che un’aquila è un fatto irrilevante, perchè sono entrambe specie protette. L’importante è trovare chi commette questi reati», conclude Maggio, assicurando massima collaborazione con la forestale nella protezione di questi uccelli reali.
Il comandante del corpo forestale, Valter Canali, non si sbilancia troppo e si limita a dire che «sono in corso gli accertamenti e fra una settimana quando saranno terminati, saremo in grado di dire cosa è successo». Anche lui però, ha ventilato l’ipotesi che potrebbe trattarsi di due corpi diversi. E qua si apre un altro giallo, in quanto nessuno spiega dove si trovino i resti di quella che potrebbe essere la carcassa dell’aquila reale trivellata da pallini da caccia. Una femmina dell’unico nucleo famigliare di aquile reali che è tornato a vivere sul Baldo. Gli appassionati di rapaci della zona infatti, sono convinti si tratti o di «Vittoria», come è stata battezzata l’aquila che dopo decenni è tornata a nidificare sulle vette tra il lago di Garda e la Valle dell’Adige, o di «Principessa», l’aquilotta femmina nata lo scorso luglio da Vittoria e il suo compagno. Bisognerà attendere la fine delle indagini per sapere cosa è successo veramente. Ed è cruento anche il ritrovamento del corpo di quello che potrebbe essere l’aquila reale. Il rapace pare sia stato trovato morto sul terreno, quindi sepolto e poi dissotterrato da una volpe, quindi ritrovato e buttato in un cassonetto dei rifiuti. Mentre la poiana sarebbe stata trovata in avanzato stato di decomposizione in un’altra area del Baldo.
I due rapaci sono specie protette sia da una legge regionale che dalla legge nazionale 157 del ’92, che ha recepito le direttive della Convenzione di Washington. E l’articolo 18 della legge, stabilisce che in caso di abbattimento di una queste specie, è previsto l’arresto e una pena da due a otto mesi di detenzione. Giusto un anno fa, in luglio, aveva fatto il giro delle riviste scientifiche, la notizia che Vittoria insieme al suo compagno, avevano dato alla luce due aquilotti. I voli liberi di questi splendidi rapaci erano stati ripresi dagli ambientalisti, che poi hanno prodotto un documentario sulla vita delle aquile del Baldo. Gli ambientalisti ora sono tutti indignati e Legambiente è pronta a costituirsi parte civile in caso di sviluppo giudiziario. «E’ un fatto gravissimo, occorre aumentare la vigilanza venatoria e soprattutto tornare a parlare di Parco del Monte Baldo, come stabilito dal 1992 dal Piano territoriale regionale, mai attuato», commenta il presidente regionale Michele Bertucco, sdegnato al cospetto delle due uccisioni.
Corriere Veneto – 25 giugno 2011