Cambia volto il bilancio dell’Inps a seguitodellamisura, introdotta con la legge di stabilità 2014, chehadifattoazzeratoil disavanzo patrimoniale ereditato con l’incorporazionedell’Inpdap rinominandoleanticipazionidelloStato in trasferimenti. I nuovi equilibri economici e patrimoniali arrivanoconla primanotadivariazione al preventivo approvata il 14 maggio dal Consiglio di indirizzo e vigilanza (Civ). L’Inps migliora di quasi 4miliardi il suoconto economico, conundisavanzooraprevisto di 8 miliardi rispetto ai 12 dell’anno scorso.
Nel dettaglio la gestione finanziaria di competenza presenta un risultato negativo di 8,3 miliardi, come differenza fra 402 miliardi di accertamenti e 410,3 miliardi di impegni, con un miglioramento di 3,6 miliardi rispetto alle previsioni di bilancio originarie del 2014 che presentava un disavanzo appunto di 12 miliardi.
Netto il miglioramento della situazione patrimoniale che passa da un rosso di 4,5 miliardi a un attivo di 21,2 miliardi grazie al richiamatoripianodei disavanzi delle gestioni ex Inpdap deciso in stabilità conunapportodi21,6miliardi. Nelle previsioni contabili le entrate contributive di quest’annodovrebbero sfiorare i 211 miliardi (211,6 miliardi), mentre le prestazioni pensionistiche si attesterebbero sui 269,3 miliardi. Nel complesso le uscite per prestazioni istituzionali ammonteranno a 305,5 miliardi tenendo conto anche di 36,1 miliardi per prestazioni temporanee.
Il differenziale tra contributi e prestazioni quest’anno si attesterebbe a 58 miliardi di cui 48 in capo alla gestione Inps e 10,4 all’ex Inpdap, per usare i vecchiperimetri pre-incorporazione. Perimetri ancorautili per focalizzare l’attenzione sullo squilibrio contabile ereditato dalla Cassa pensioni dei dipendenti locali. La Cpdel infatti presenta il maggior disavanzo economico patrimoniale tra le gestioni exInpdap, conuntrendpeggiorativo negli ultimi anni e un disavanzo patrimoniale per il 2014 di 42,2 miliardi; si tratta della ben nota eredità lasciata da blocchi delturnoverebabypensionamenti, con effetti contabili tutt’ora irrisolti. Per chiudere questa eredità occorrerebbe una nuova misura ad hoc in cui lo Stato annulli i vecchi disavanzi patrimoniali con una ricaduta positiva sulle riserve matematiche dell’Istituto.
La nota Civ conferma poi gli effetti della vecchia spending review e dagli interventi suscettivi che, da quest’anno, impongono un contenimento complessivo delle spese difunzionamentodell’Istituto dioltre 591 milioni, di cui 529 derivanti datagli alle spesedigestione, razionalizzazioni e tagli di consumi intermedi. Inparticolare sonostati rinegoziati i contratti con Poste e banche per circa 70 milioni, grazie anche alla riduzione del 60% dei pagamentiindebitiaisoggettideceduti per effetto delle comunicazioni più tempestive dei comuni, dal taglio di 32,5 milioni alle risorse destinate ai Caf edi 115 milionidi quelle postali grazie all’incremento delle forme elettroniche dicomunica zione. Ci sono poi tagli alla spesa per l’informatica di 88 milioni, mentre altri risparmi sono stati conseguiti con la dismissione di contratti di locazione (10 milioni solo per la sede di viale Beethoven a Roma). Altro risparmio significativo di 61,6 milioni è stato conseguito riducendo i fondi per il finanziamento della contrattazione integrativa, mentre dalla riduzione dei compensi agli organi dell’Istituto sono arrivati 754mila euro. Sulla minor spesa incide il nuovo tetto di 240mila euro lordi annui per le retribuzioni dei dirigenti, che tocca il direttore generale, il vicario e una dieci a di direttori centrali.
Il Sole 24 Ore – 18 maggio 2014