Ospedale, il Comitato dei cittadini manda un esposto alla Procura e alla Corte dei Conti sulle gravi carenze sanitarie della zona sud-ovest della provincia di Verona che «cancellano il diritto ad una assistenza degna di cittadini europei».
L’esposto parla di un territorio in cui «le scelte politiche fatte negli ultimi anni hanno prodotto la mancanza di un ospedale adeguatamente attrezzato in una zona di circa centomila abitanti a sud di Verona comprendente i Comuni dell’Ulss 22 di Bussolengo (Isola della Scala, Vigasio, Trevenzuolo, Nogarole Rocca, Erbé, Mozzecane, Povegliano Veronese, Villafranca, Valeggio) e dell’Ulss 21 di Legnago (Bovolone, Salizzole, Nogara, Sorgà)». Un territorio in cui sono state fatte «scelte antieconomiche, come il noleggio per tempi protratti delle sale operatorie-container o l’incauto acquisto delle stesse, considerata la piena disponibilità delle sale operatorie di Isola della Scala». Il Comitato segnala che «in questi mesi è continuata con provvedimenti estemporanei, la progressiva smobilitazione dell’ospedale di Isola della Scala, attraverso un costante impoverimento di reparti e servizi: diminuzione continua del numero dei medici che non vengono sostituiti; urgenze di chirurgia dirottate per effetto di una disposizione interna a Bussolengo o altrove dopo le 16 e per tutto il fine settimana; chiusura notturna della portineria e trasferimento dei sistemi di allarme a Villafranca, con verosimile violazione delle norme di sicurezza». Tutto questo senza tenere conto della sentenza del Tar in base alla quale l’ospedale di Isola dovrà essere chiuso una volta completato quello di Villafranca, fatto questo che «sembra appartenere ad un futuro molto lontano». Il Comitato critica inoltre la Regione per aver proposto, «sempre in modo poco trasparente e senza dibattito», la soluzione definita «a due gambe»: un polo pubblico a Bussolengo e un altro a Villafranca. Ma «Bussolengo è una struttura con difficoltose vie di collegamento, specie per trasporti pubblici, e senza l’adeguata attrezzatura di cui necessiterebbe un cosiddetto ospedale per acuti, che dovrebbe essere dotato della strumentazione indispensabile per la diagnosi e la cura delle patologie maggiormente significative dal punto di vista epidemiologico: infarti, embolie, insufficienza respiratoria ed accidenti cerebro-vascolari acuti. E questo perché l’Ulss 22 sembra aver privilegiato i due ospedali privati/accreditati di Peschiera e Negrar, promuovendo di fatto la più elevata concentrazione di posti letto privati del Veneto e forse anche d’ Italia». «E Villafranca», continua il Comitato, «è un cantiere da poco aperto e accoglie solo un reparto di medicina generale e riabilitazione ed è addirittura privo di un pronto soccorso modernamente inteso; le sale operatorie sono costituite da due container, adducendo una conformità che necessiterebbe di essere vagliata (nei container si è cercato, senza successo, di trasferire anche i reparti chirurgici di Isola, che operano in sale recentemente ristrutturate e adeguatamente attrezzate). I container dovrebbero essere utilizzati solo per brevi periodi di tempo in occasione di ristrutturazioni delle sale tradizionali, mentre questi ci sono dal 2007; inoltre riteniamo che non possano soddisfare i requisiti di sicurezza in termini di superficie e che per la prossimità ad un cantiere non possano garantire il rispetto della qualità dell’aria al loro interno e del mantenimento della sterilità». Il tema della «Sanità del Medio-Basso veronese» è oggetto anche di altre iniziative: sarà infatti affrontato nell’incontro organizzato dal Comune per martedì sera alle 20,30 all’auditorium di Santa Maria Maddalena con il sindaco Giovanni Miozzi e l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto
L’Arena – 11 novembre 2012