C’era una volta una gatta. Anzi, un’aristogatta, che si perde nei bassifondi della città e quando finalmente torna a casa porta con sé un messaggio per il suo padrone: «Non tutti gli esseri umani sono fortunati come questo micio. Per favore, non riduca gli aiuti ai senzatetto». Qualcosa per i senzatetto, se volesse, il padrone del gattino potrebbe fare: in quanto ministro del Tesoro britannico, George Osborne controlla da quattro anni la spesa pubblica del suo paese.
Finora, per la verità, non ha fatto altro che tagliarla pesantemente, determinato a ridurre il deficit, quale che sia il prezzo sociale pagato da chi conta sull’assistenza dello stato. Ma chissà che Freya, la sua gatta, ora non lo induca a un po’ più di buon cuore verso i meno abbienti.
Sembra una favola, invece è una storia vera, finita ieri su tutti i giornali del regno. Dalle stelle alle stalle, è il caso di dire: perché Freya è scappata dal numero 11 di Downing Street, la porta accanto al famoso numero 10 che è la residenza privata e l’ufficio del primo ministro britannico. All’11 lavora il ministro del Tesoro e lì anche vive, con la moglie, due figli e appunto la micetta. Una gattina dallo spirito piuttosto indipendente e avventuroso, bisogna dire, perché già più volte se n’era andata di casa. Nel 2009, quando Osborne era ancora un semplice deputato del partito d’opposizione, la gatta abitava con la sua famiglia nell’elegante quartiere londinese di Notting Hill. Un giorno scomparve. La cercarono dappertutto: niente. Visse per ben tre anni una vita randagia. Trovata dall’accalappiagatti, fu identificata grazie a un microchip sotto pelle e restituita al legittimo proprietario, che nel frattempo si era trasferito a Downing Street.
E’ fuggita varie volte anche di lì, tanto che qualche tabloid ha azzardato che fosse diventata una spia, portatrice di cimici per rivelare a qualche potenza straniera i segreti del potere britannico. Non pare questo il caso, ma l’altro giorno è sparita di nuovo, ha attraversato un ponte sul Tamigi ed è finita tra le gambe di Kate Jones, assistente di Thames Reach, un’associazione di carità che si occupa dei senzacasa. La donna ha preso la gattina, l’ha riportata a casa, l’ha rifocillata e poi ha chiamato il numero di telefono indicato sulla targhetta del suo collare. E’ sobbalzata quando si è sentita rispondere: “Downing Street”. Il mattino dopo un’auto ministeriale è venuta a riprendersela. Ma non prima che Kate ha scattasse una foto della gatta con accanto un cartello in cui dice: «Non tutti sono fortunati come Freya. Per favore, George, non tagliare gli aiuti ai senzatetto», e poi ha messo l’immagine sul web. C’era una volta una gatta: sarà lei a risolvere il problema degli homeless in Inghilterra?
Repubblica – 29 maggio 2014