Città metropolitana, Orsoni chiama Patroni Griffi: progetto al vaglio se arriva entro mercoledì. Pd favorevole, Udc contraria, la Lega si divide
VENEZIA — L’annessione di Padova alla città metropolitana di Venezia piace al Pd, non all’Udc, divide la Lega ed incuriosisce Treviso, che con il sindaco Gian Paolo Gobbo chiede di non essere lasciata fuori dalla partita. Intanto il governatore Luca Zaia rilancia: «A questo punto si valuti se non sia il caso di fare dell’intero Veneto un’unica, grande area metropolitana ». E’ la solita danza della politica attorno ad un’ipotesi di scuola, suggestiva quanto si vuole ma buona per i convegni e nulla più? Mica tanto. Il ministro della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi, infatti, avrebbe già aperto al progetto, dicendosi disponibile a valutarlo se arriverà nei termini previsti, ossia entro mercoledì. Secondo alcune indiscrezioni, il ministro sarebbe stato contattato direttamente dal sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, con cui i rapporti sono buoni e frequenti visto che il primo cittadino lagunare è stato delegato dalle altre città metropolitane alla trattativa col governo fin dall’inizio di questa lunga e complicata riorganizzazione dell’architettura istituzionale dello Stato.
Alla telefonata Patroni Griffi-Orsoni, risalente alla vigilia della riunione di Padova di mercoledì, sarebbe poi seguito un secondo contatto, stavolta tra il sindaco della città del Santo Flavio Zanonato ed i tecnici del ministero, che avrebbero ribadito la disponibilità a valutare il progetto, aggiungendo che con ogni probabilità il decreto atteso per l’inizio di novembre avrà ad oggetto esclusivamente le Province, mentre le città metropolitane avranno altri sei mesi per definire i loro confini e la relativa governance. Detto dell’intesa tra Padova e Venezia, resta da capire se voglia o meno essere della partita anche Treviso, che andrebbe così a completare la celeberrima Pa.Tre.Ve. di cui si vagheggia in studi ed analisi d’ogni tipo per lo meno dall’inizio degli anni Novanta. «La Pa.Tre.Ve è già nei fatti – commenta il sindaco Gobbo – per cui non vedo perché non procedere ad un’aggregazione anche nella forma. Sono favorevole sia sotto il profilo economico, perché ne trarremmo benefici in termini di servizi e di opportunità, sia sotto quello storico, da cultore della Serenissima quale sono, purché i Comuni mantengano la loro individualità e la loro identità. La città metropolitana dev’essere un’area vasta, non un piccolo impero dominato da Venezia». Di opinione diametralmente opposta il presidente della Provincia di Treviso (e presidente dell’Upi Veneto), Leonardo Muraro, che si dice certo, essendo originario di lì, che «Mogliano non darà mai il via libera all’annessione e senza Mogliano non si combina nulla ». Per Muraro «è stupefacente che Zanonato e Orsoni pensino di proseguire su questa strada senza aver mai interpellato il territorio, come fosse una faccenda che riguarda loro, il Pd, e nessun altro. E poi mi chiedo: se mai nascesse la Pa.Tre.Ve., che fine farebbe la Regione?».
Il governatore Luca Zaia sostiene che, lentamente, si sta andando esattamente nella direzione da lui indicata, «quella di fare del Veneto, annessione dopo annessione, un’unica grande area metropolitana, da 5 milioni di abitanti, come d’altronde sono le aree metropolitane in tutto il resto del mondo». L’assessore regionale agli Enti locali Roberto Ciambetti, che dal principio ha guidato la procedura di riordino delle Province, è invece indispettito: «I Comuni del Padovano hanno avuto come tutti gli altri la possibilità di esprimere la loro preferenza in Conferenza Regione- Autonomie Locali, preferenza che sarebbe stata poi fatta propria dalla Regione nel parere inviato al governo. Non l’hanno fatto. Evidentemente preferiscono bypassare le procedure, confrontandosi direttamente col governo invece che con il territorio». La presidente della Provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto, vede di buon grado l’iniziativa («Fermarsi agli attuali confini significa perdere l’opportunità di sviluppo e rilancio dell’economia del territorio.
Certo, prima di individuare il contenitore andrebbe definito il contenuto, ovvero le sinergie da realizzare, i nuovi collegamenti, le risorse, a partire dalla Regione, che invece si è espressa lasciando tutto come prima ») e con lei (leghista), si schiera a favore tutto il Pd: «Carpe diem! – esclamano i segretari di Venezia e Padova Michele Mognato e Piero Ruzzante – è una bella opportunità per le popolazioni interessate, le forze sociali ed economiche, gli amministratori ed i partiti, per dare una scossa al Veneto». D’accordo Bruno Pigozzo, il consigliere regionale democrat che con Ciambetti ha seguito l’iter a Palazzo Ferro Fini («Le vere riforme, e le più solide, sono sempre quelle che partono dal basso. Penso che di fronte all’autorevolezza della proposta il governo possa anche prevedere una deroga ai limiti di tempo») mentre Antonio De Poli dell’Udc dice «no allo spezzatino della provincia di Padova, un’ipotesi assurda, una vera e propria follia. La nostra preferenza per il modello Padova- Rovigo». Chiude Diego Bottacin di Verso Nord, chiedendo di spingersi oltre: «Il percorso di avvicinamento alla città metropolitana avviato da alcuni sindaci del Padovano deve essere incoraggiato. Allo stesso tempo devono essere spronati gli amministratori e la classe dirigente trevigiana a smuoversi dall’attuale immobilismo».
Marco Bonet – Corriere del Veneto – 26 ottobre 2012