Il momento magico dell’agricoltura durava dal terzo trimestre 2012. Addirittura nel primo trimestre di quest’anno il Pil agricolo era salito “solo” dello 0,1% ma con una bilancia commerciale positiva per il 6,6% e con gli occupati in aumento dello 0,5%.
L’illusione dell’isola felice è finita nel secondo trimestre: il trend discendente dei prezzi internazionali delle materie prime agricole e la debolezza dei consumi italiani hanno depresso anche l’agricoltura. Le stime preliminari Istat del Pil nel secondo trimestre mostrano un calo tendenziale del 2% e congiunturale dello 0,2% a cui ha contribuito anche l’agricoltura. Al momento non è possibile valutare il contributo negativo. «Ce l’aspettavamo», esordisce Mario Guidi, presidente di Confagricoltura. «In questa fase siamo presi tra due fuochi: da un lato, il calo dei consumi in Italia e, dall’altro, l’indebolimento dei prezzi internazionali delle materie prime agricole. Alla fine il Pil agricolo ne soffre. Anche se la crescita economica dell’Asia e degli Usa farebbero pensare a un rafforzamento dei prezzi, è successo il contrario». Dall’inizio dell’anno il prezzo internazionale del mais, per esempio, è scivolato da 216 a a 148 euro a tonnellata, quello del grano da 217 a 181 euro e la soia da 397 a 380 euro. «Anche la produttività del grano – aggiunge Guidi – l’anno scorso è calata del 30% per la siccità: ci saremmo aspettati un balzo dei prezzi invece è successo il contrario». Il fattore meteo Coldiretti invece sottolinea gli effetti negativi di una primavera piovosa, soprattutto al Nord: «Nubifragi e grandine hanno colpito a macchia di leopardo, con un miliardo di danni per l’agricoltura, tra perdite e maggiori costi». Diverso per l’ortofrutta che vive di mercati locali: a causa delle piogge prolungate di primavera i prezzi sono schizzati, come rileva l’Ismea, con un raddoppio rispetto al 2012. E per il secondo semestre del 2013? «Prevediamo – conclude Guidi – che i prezzi si assestino sui livelli attuali che non sono completamente negativi ma non permettono di fornire al Pil il contributo del primo trimestre». Il Centro studi di Confagricoltura stima che il valore aggiunto ceda lo 0,5% ma l’export agroalimentare crescerà di oltre il 2 per cento.
Il Sole 24 Ore – 7 luglio 2013