Francesco Grignetti. Proteste, sarcasmi, appelli. Ma intanto il ddl anticorruzione va. È approdato nell’Aula del Senato ieri pomeriggio, dopo che in extremis la commissione Giustizia ha dato il suo via libera. È un primo successo della maggioranza e del governo, che supera indenne l’ostruzionismo di Forza Italia. «Sono molto soddisfatto – commenta a ragione il viceministro della Giustizia, Enrico Costa, Ncd – Il mandato dato al relatore in commissione permetterà al ddl di radicare in Aula tempestivamente».
L’ultimissima questione riguardava l’incastro tra reato di falso in bilancio (nel ddl) e archiviazione per lieve tenuità del fatto (legge pubblicata solo ieri in Gazzetta Ufficiale). È possibile? Non è possibile? Forza Italia sostiene che a procedere troppo velocemente si rischia l’incostituzionalità. Replica il ministro della Giustizia, Andrea Orlando: «No, il ddl può essere votato perché non esiste un problema». Il resto sono «schermaglie di carattere procedurale».
Comincia il suo iter finale, insomma, una riforma molto attesa e anche molto temuta e osteggiata. Come è noto, infatti, il ddl innalza le pene per quasi tutti i reati contro la pubblica amministrazione, riscrive il reato di falso in bilancio, prevede il risarcimento obbligatorio per accedere al patteggiamento, introduce sconti di pena ai pentiti.
«Che sia alleluja o evviva ciascuno esulti come ritiene. Il ddl anticorruzione è arrivato in Aula: era ora! Un passo importante per un cammino ancora lungo», commenta il presidente del Senato, Pietro Grasso.
Tanta attesa è più che giustificata non foss’altro per le inchieste sulla corruzione, ultima quella che ha travolto il ministro Maurizio Lupi. Un quadro desolante che porta il presidente dell’Autorità Anticorruzione, Raffaele Cantone, a dire: «La corruzione in questo Paese ha caratteri endemici». E non può essere certo salvifica un’Autorità che opera con poteri amministrativi. Ma Cantone, in un’intervista al programma di Michele Santoro, squaderna uno dei nodi di cui poco si parla: «Una legge ben scritta sugli appalti serve alla lotta alla corruzione molto più di 2 milioni di intercettazioni perché, per esempio, la legge Obiettivo che concedeva il potere al direttore dei lavori di essere nominato dall’impresa è una legge criminogena. Su quello bisogna intervenire».
Innalzando le pene e allungando i tempi di prescrizione (altra riforma cruciale che la prossima settimana sarà varata dalla Camera) cambiano però gli strumenti in mano alla magistratura. Come spiega Donatella Ferranti, Pd: «La prossima settimana sarà cruciale per mettere finalmente i corruttori alle corde. Anche l’ultima inchiesta fiorentina sulle Grandi Opere ci richiama al massimo della responsabilità e della fermezza».
E sembrano sopirsi le polemiche tra governo e magistrati. «Sappiamo che ci sono problemi gravi. Ieri c’è stato l’episodio di terrorismo internazionale in Tunisia. Vi è una crisi economica che colpisce i cittadini: anche queste cose devono spingere tutti a superare ogni motivo di contrasto», dice il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, al termine dell’incontro tra i rappresentanti del sindacato delle toghe e il Capo dello Stato.
La Stampa – 20 marzo 2015