Beniamino Bonardi. L’Associazione italiana di epidemiologia ha pubblicato sulla propria rivista Epidemiologia&Prevenzione un articolo e un editoriale dedicati ai potenziali impatti sulla salute pubblica del Trattato di libero scambio tra UE e Usa (TTIP), i cui negoziati sono in corso da oltre due anni. Roberto De Vogli, della statunitense University of California Davis, e Noemi Renzetti, della britannica University College London, passano in rassegna i diversi capitoli del TTIP – accesso ai farmaci e all’assistenza sanitaria, consumo di alcol e tabacco, patologie correlate alla dieta e all’agricoltura, salute ambientale – mettendo a confronto le opinioni di sostenitori e detrattori.
Per quanto riguarda l’agricoltura e le malattie correlate alla dieta, l’articolo avverte che la spinta verso regimi normativi meno restrittivi nel commercio (uno degli obiettivi del TTIP), potrebbe avere riflessi negativi sia sui consumi alimentari sia sulla sicurezza degli alimenti. Secondo gli autori il trattato favorirebbe le importazioni non solo di cibi geneticamente modificati, ma anche di carni bovine trattate con ormoni e di polli trattati con il cloro, che sono pratiche permesse negli Stati Uniti, ma vietate nell’Unione europea. Viene evidenziato anche il rischio collegato al capitolo “misure sanitarie e fitosanitarie” relativo alla presenza negli alimenti di additivi alimentari, contaminanti, tossine. Il pericolo, affermano i due autori, è che le norme europee vengano annacquate per avvicinarsi a quelle meno restrittive d’Oltreoceano, con effetti potenzialmente negativi sulla sicurezza alimentare e sulle malattie di origine alimentare.
Nell’editoriale l’epidemiologo Paolo Vineis ricorda il “sorprendente pronunciamento del Royal College of Physicians inglese, organismo abitualmente moderato, che in un editoriale dell’anno scorso, intitolato Warning: TTIP could be hazardous to your health, mettendo in guardia dalle conseguenze negative dei trattati commerciali internazionali”.
Il Fatto alimentare – 22 marzo 2016