di Alberto Prieri. Un minimo di 44,5 centesimi di euro: è quanto prenderanno gli allevatori in Lombardia per ogni litro di latte venduto al gruppo Lactalis, multinazionale francese che detiene i marchi Parmalat, Galbani, Invernizzi e Cademartori. L’accordo è stato siglato da Coldiretti, Confagricoltura e Cia e si applicherà dal 1° febbraio al 30 giugno.
«Un ottimo risultato – dice Ettore Prandini, presidente di Coldiretti Lombardia -: è forse la prima volta che si definisce la quotazione prima della fine del contratto in essere. Inoltre, il prezzo è superiore di 2,5 centesimi al litro rispetto a quello precedente (intesa che Coldiretti non aveva firmato lo scorso agosto, ndr) e riconosce agli agricoltori il giusto valore del latte rispetto all’andamento di mercato». L’accordo rappresenta, di fatto, il riferimento a livello nazionale perché in Lombardia si munge il 40% di tutto il latte italiano e Lactalis è il più grande acquirente: ne compra circa 7 milioni di quintali l’anno. Ancora Prandini: «Nelle regioni del Centro e del Sud, il prezzo base sarà probabilmente aumentato perché le quantità sono minime e si cerca di valorizzare le imprese zootecniche. Al Nord, di solito, i contratti si allineano al valore lombardo».
In Piemonte (10% della produzione italiana), è ancora superiore il prezzo riconosciuto ai soci da Compral Latte (cooperativa Coldiretti che raccoglie 3.000 quintali al giorno destinati alla torre di sprayatura Inalpi che, a Moretta, produce polvere di latte per la Ferrero di Alba). «A dicembre abbiamo pagato in media 45 centesimi al litro, grazie anche ai premi per chi aderisce alla filiera Compral-Inalpi-Ferrero e si sottopone ai controlli – dice il direttore Bartolomeo Bovetti -. Il nostro accordo è triennale, così gli allevatori sono tutelati dalla volatilità del mercato». Compral e Inalpi, dopo aver ideato l’indice nel 2010, lo modificarono nell’estate 2012 per venire incontro alle difficoltà dell’industria e molti allevatori storsero il naso. «Va visto in prospettiva annuale – precisano in Coldiretti -. In un anno, è aumentato del 4,3%, più dell’inflazione». Anche l’indice storico regionale è salito, da 41,7 centesimi del dicembre 2012 a 43,8 del mese scorso. «Senza premi, è questa formula originaria a seguire meglio il mercato: la Regione solleciti tutti gli industriali ad adottarla» chiede Pierangelo Cumino, responsabile settore latte di Confagricoltura Piemonte.
La Stampa – 19 gennaio 2014