La Stampa. La crescita italiana si è fermata, ma non così tanto come ci si aspettava. Dopo sette trimestri consecutivi con il segno più, tra ottobre e dicembre dello scorso anno l’Istat registra un’inversione di rotta, con il prodotto interno lordo che vira in negativo dello 0,1%. Nonostante la frenata, il Pil del 2022 chiude al 3,9%, un dato migliore rispetto al 3,7% stimato dal governo guidato da Giorgia Meloni.
A spingere l’economia sono soprattutto il turismo, i servizi e l’effetto trascinamento che consente di avere per il 2023 una crescita acquisita a +0,4%, anche se nei prossimi trimestri la variazione del Pil dovesse essere nulla. Insomma, la previsione del +0,6% contenuta nella Nota di aggiornamento del Def pare alla portata, considerando l’abbassamento dei prezzi dell’energia a livello internazionale. Seppur quelle dell’Istat siano stime preliminari, il pericolo della recessione sembra allontanato. Anche i numeri diffusi dalla Commissione europea confermano questo scenario. Eurostat registra -0,1% di Pil nel quarto trimestre italiano, mentre nei 19 Paesi dell’Eurozona la crescita è stata dello 0,1%, rallentando rispetto allo 0,3 del trimestre precedente. Se si prende tutta l’Unione europea la crescita è stata pari a zero.
Nel confronto tra l’Italia e gli altri Paesi emerge la distanza da Spagna (+0,2%) e Francia (+ 0,1%). La Germania fa invece peggio con una variazione negativa dello 0,2%. Boom dell’Irlanda che ottiene tra ottobre e dicembre una crescita del 3,5% su base trimestrale e addirittura del 15,7% su base annua.
Soddisfatto il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni: «Buone notizie: l’area dell’euro ha evitato una contrazione nell’ultimo trimestre del 2022. Continuiamo ad affrontare molteplici sfide, ma le prospettive per quest’anno sembrano oggi un po’ più rosee rispetto all’autunno», commenta. Gentiloni poi torna a parlare della revisione del patto di stabilità: «Dobbiamo lavorare in modo molto rapido. Penso che l’obiettivo debba rimanere quello di avere un consenso a livello di governi nel mese di marzo – sottolinea – per consentire alla Commissione di avere il tempo necessario».
Intervistato dalla Rai e dall’Ansa, il commissario rivela che la Germania vuole «tempi di riduzione del debito più veloci, posizione che non coincide con la proposta della Commissione». Quanto al no di Berlino a nuove forme di indebitamento comune, Gentiloni non si scoraggia: «Non partiamo dalla coda, sempre velenosa. Vediamo prima quali sono i settori e gli obiettivi essenziali per recuperare i nostri ritardi su transizione e innovazione».
A correggere il tiro sull’Italia è il Fondo monetario internazionale che, a fronte di un -0,2% previsto a ottobre, ha portato la sua stima per il 2023 a +0,6%, perfettamente in linea con la Nadef. Il Tesoro, si legge in una nota, «prende atto che le stime, più volte contestate, sono state confermate dai dati ufficiali del Fmi. È un buon auspicio anche per il futuro».
Segnali positivi arrivano dal lavoro, tuttavia il mercato italiano è caratterizzato da disparità molto evidenti. Resta l’impatto profondo dell’inflazione: il divario tra le buste paga e i prezzi ha toccato i 7,6 punti percentuali, raggiungendo il valore più elevato dal 2001. Nel 2022, spiega l’Istat, l’intensa stagione contrattuale ha portato al recepimento di 33 contratti collettivi, e la crescita delle retribuzioni è stata, nella media dell’anno, pari a +1,1%. Nel quarto trimestre dello scorso anno la dinamica tendenziale dei salari (+1,5% di media) è stata più marcata nei settori dell’agricoltura e della pubblica amministrazione (+3,2% e +2,4%), mentre si è fermata a +0,6% in quello dei servizi.
L’Istat ricorda come i rinnovi dei contratti procedano a rilento, e questo non aiuta a rafforzare i salari. Senza un adeguamento all’inflazione diventa difficile per i lavoratori affrontare il carovita. Ci sono ventisei contratti scaduti che coinvolgono circa 6,1 milioni di dipendenti, il 49,6% del totale. Il tempo medio di attesa per il rinnovo è comunque sceso dai 28,2 mesi di gennaio 2022 ai 24,8 mesi di dicembre 2022. —