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Lo stato del benessere degli animali nell’Unione europea, presentato rapporto dell’Università di Cambridge. Ok a scambi di informazioni, ma va completata la legislazione in materia

Donald M. Broom, professore emerito presso l’Università di Cambridge, ha recentemente presentato il rapporto dal titolo “Benessere degli animali nell’Unione europea: i progressi finora e le prospettive future“.

La questione è di particolare rilevanza dato che una nuova definizione delle politiche e della legislazione comunitaria sul benessere degli animali sembra essere stagnante. In questo senso la Commissione europea sembra solo impegnata a favorire una migliore dialogo con gli stakeholder e la corretta applicazione della legislazione comunitaria esistente.

Nel suo rapporto Broom mostra chiaramente l’importanza della politica e della legislazione comunitaria in tema di benessere degli animali. “Il benessere di centinaia di milioni di animali è migliorato grazie alle politiche e alla normativa dell’Unione europea. Entrambe hanno avuto un’influenza molto positiva anche nel resto del mondo. L’immagine della UE è migliorata anche grazie a questo genere di norme che sono considerate indicatori di una società civile“.

L’indagine effettuata a livello comunitario mostra che i cittadini europei sono molto preoccupati per il benessere degli animali all’interno e all’esterno dell’UE. Tale preoccupazione è in aumento anche in molti altri paesi. Broom ha anche indicato le diverse opportunità a favore delle imprese europee. Per esempio la legislazione UE sulla macellazione ha portato allo sviluppo di metodi di gestione di stordimento degli animali, e molti stati extra Ue, soprattutto quelli che desideravano esportare verso l’Europa, hanno sviluppato una legislazione a favore di una macellazione più umana. Le aziende europee hanno approfittato di questa tendenza e hanno sviluppato e venduto sistemi e dispositivi di stordimento e macellazione in molti paesi esteri. Altre nazioni hanno ripensato gli accasamenti delle galline, le stabulazioni dei vitelli e dei suini.

A livello di mercato esistono nuove opportunità per vendere prodotti di origine animale ad alto livello di benessere.

Broom ha poi parlato degli animali da allevamento non sottoposti a una legislazione specifica. Attualmente, infatti, solo i broiler, le galline ovaiole, i vitelli e i maiali hanno una specifica legislazione comunitaria. Tutti gli altri animali da reddito fanno riferimento alla direttiva 98/58/CE, che è molto generale e ha poco effetto per garantire un miglior livello di benessere. I settori dell’acquacoltura, dei conigli, delle anatre, dei tacchini e dei bovini mancano ancora di una specifica normativa europea, anche se i rapporti dell’EFSA, e di altri enti precedenti, hanno evidenziato numerose questioni aperte relative al benessere: condizioni di allevamento, di alloggio, di trasporto e di macellazione.

Secondo Broom uno dei principali problemi di benessere è legato alla salute delle zampe dei broiler, cui segue il benessere delle vacche da latte che spesso soffrono di zoppia, mastiti e disordini riproduttivi.

Broom ha concluso la presentazione sottolineando che l’attuale politica della Commissione europea concentrata sullo scambio di informazioni e sull’applicazione della legislazione in tutti gli Stati membri è preziosa, ma non può eludere dal completamento della legislazione.

Dopo la presentazione del rapporto, diversi deputati presenti hanno sollevato la questione del trasporto degli animali, affermando che l’attuale legislazione dell’UE è difficilmente applicabile e deve pertanto essere rivista come già richiesto più volte dal Parlamento europeo, da oltre un milione di cittadini attraverso la campagna “8 ore“, e da un certo numero di Stati membri come Germania, Paesi Bassi, Danimarca, Svezia, Belgio e Austria.

Fonte animalwelfareintergroup.eu (da Unaitalia) – 8ì9 febbraio 2017 

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