«Ulss 22 in attivo? Teniamoci i soldi». Bilancio 2012 chiuso con 12 milioni che sono tornati alla Regione
La Conferenza dei sindaci dell’azienda sanitaria locale scrive a Venezia per ottenere i fondi da utilizzare per adeguare i vecchi ospedali. Dall’Ora ha chiuso il bilancio 2012 con 12 milioni che sono tornati alla Regione. «Lo prevede la legge. Non si era investito in nuovi servizi per i cittadini»
È un botta e risposta quello tra Umberto Chincarini, presidente della Conferenza dei sindaci dell’Ulss 22 (e sindaco di Peschiera) e l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto. I fatti: dopo essere intervenuta per cercare di aggiustare alcune disposizioni contenute nel nuovo piano sociosanitario regionale, la Conferenza si spinge più in là e chiede alla Regione interventi in campo economico perle opere di «adeguamento, trasformazione e aggiornamento delle varie strutture». È quanto emerge dalla lettera che Chincarini ha inviato nei giorni scorsi al governatore Luca Zaia con la richiesta di poter trattenere sul territorio l’eventuale avanzo di gestione per l’anno 2013, qualora fosse accertato dal direttore generale Alessandro Dall’Ora. Di riflesso, viene anche chiesto che la quota pro capite destinata dalla Regione sia di 1.500 euro, senza le «trattenute per ripianare altre situazioni e precludendo la possibilità di effettuare i necessari investimenti nelle strutture pubbliche dell’Ulss 22».
Una proposta, quella dei 36 sindaci dei Comuni che fanno capo al distretto, che ha anche il sapore dell’ammonimento. «Abbiamo chiesto che l’eventuale avanzo di gestione non venga restituito a Venezia per ripianare debiti di altre Ulss come è avvenuto l’anno scorso», spiega Chincarini, che sui 1.500 euro pro capite puntualizza: «Vorremmo fosse modificato lo squilibrio rispetto ad altre Ulss regionali. La 22 ha quasi 300mila abitanti ed è tra quelle che prende meno in Veneto, mentre altre arrivano anche a 1.800 euro pro capite».
Quanto agli interventi, dice che ad essere prese in considerazione sono le strutture ospedaliere di Caprino, Isola della Scala e Malcesine, quelle per così dire minori, per cui la Regione ha previsto la dismissione e riconversione in ospedale di comunità (Isola della Scala), Centro sanitario polifunzionale (Caprino, che cede psichiatria all’Orlandi e sta lottando per ripristinate il Punto di primo intervento) e il mantenimento di Malcesine come ospedale riabilitativo ortopedico-cardiologico, centro per la poliomielite e primo intervento. Le opere richieste dai sindaci non riguardano gli ospedali di Bussolengo e di Villafranca perché, sostiene Chincarini, «fanno parte di un piano d’investimento diverso».
«La realtà dei fatti è un’altra», dice però l’assessore regionale Coletto, che in tre punti smonta le tesi sostenute nella lettera. «Primo: non è vero che l’Ulss 22 ha la quota più bassa, riceve come le altre del Veneto lo standard pro capite di 1.500 euro, a cui siamo arrivati riducendo la forbice tra chi prendeva meno e chi di più». È il piano sociosanitario, precisa entrando nel merito, a tutelare le Ulss nelle zone più difficili da raggiungere, come quelle lagunari (Venezia), montane (Belluno) e del Polesine, «prevedendo una quota pro capite che arriva fino a 1.800 euro, inferiore rispetto al passato». Quanto agli investimenti strutturali, ricorda che i soldi del Fondo sanitario non possono essere usati per questo scopo «perché gli investimenti in campo edilizio vanno fatti attraverso il fondo statale finalizzato (art. 20 L. 67/88, ndr) e con questa finalità l’Ulss 22 ha ricevuto tre milioni di euro negli ultimi due anni».
Terzo: la Regione, sostiene Coletto, «dal 2010 ha adottato provvedimenti che hanno imputato il costo delle cure a pazienti di altre Ulss alle stesse Ulss di provenienza». Ciò ha portato benefici anche alla 22 (con molti Comuni turistici) «permettendo al dg Dall’Ora l’eccellente risultato di avere nel 2012 il bilancio in attivo per 12 milioni. Cifra che, non essendo stata impegnata per incrementare i servizi a favore dei cittadini, non poteva che essere restituita alla Regione, così come impongono la legge e le direttive del ministero dell’Economia e delle Finanze».
Infine, una rassicurazione e un monito: « L’Ulss 22 merita di più e il percorso dei costi standard porterà a ciò. L’amministratore pubblico deve gestire i soldi dei contribuenti secondo i principi di economicità, efficacia ed efficienza, ma è anche vero che un avanzo cospicuo come quello del 2012 sembra in contrasto con l’affermazione che quanto erogato all’azienda sia insufficiente. Sarebbe stato auspicabile che almeno una parte dell’avanzo fosse impiegato in progetti volti a migliorare l’offerta di servizi».
Katia Ferraro – L’Arena – 27 febbraio 2014