A Montecitorio la partita non è ancora entrata nel vivo. Ma il cantiere delle modifiche al maxi-decreto sulla manovra correttiva è già attivo. La maggioranza e lo stesso Governo stanno valutando diverse ipotesi per un restyling che si annuncia significativo, anche perché l’iter del provvedimento non sarà condizionato dai canonici vincoli presenti nelle sessioni di bilancio. E a meno di una settimana dalla scadenza del termine per la presentazione degli emendamenti da parte dei gruppi parlamentari, fissato per giovedì prossimo, alcune opzioni per i ritocchi cominciano ad essere più gettonate di altre. A cominciare da quelle sull’introduzione della web tax, di una diversa calibratura del meccanismo di rateizzazione per la rottamazione delle cartelle Equitalia e di un riequilibrio delle “poste” del capitolo giochi. In rampa di lancio anche alcuni correttivi al pacchetto crescita e non è escluso che nella maggioranza, Ap (Alternativa popolare) possa spingere per rafforzare le misure sui salari di produttività.
Le fase di audizioni alle commissioni Bilancio di Camera e Senato è giunta quasi alla conclusione. Martedì sarà la volta di Airbnb e “Booking.com” (che affronteranno il tema della cedolare secca agli affitti delle case vacanza e via portale), Fiap e Property managers Italia. Dalla settimana successiva comincerà la lunga maratona di votazioni su articoli e emendamenti della cosiddetta “Finanziaria di primavera”, che alla Camera avrà come relatore Mauro Guerra (Pd).
Tra i capitoli più caldi ci sarà sicuramente quello del ricorso alla web tax . Lo stesso ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, sabato a Bari al G7 dei ministri finanziaria dovrebbe chiedere di affrontare ufficialmente il tema. Ma già sono sul tavolo almeno due ipotesi d’intervento da inserire: una sorta di norma ponte, per introdurre subito il principio e poi definire il meccanismo vero e proprio con la prossima legge di Bilancio oppure una misura immediatamente operativa.
In quest’ultimo caso potrebbe essere spianata la strada alla proposta su cui si è soffermato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, al termine della sua audizione sulla manovra: una cooperative compliance ad hoc per i giganti del web facendo leva su meccanismi mirati di accordi preventivi specifici per le società digitali nel pieno rispetto delle attuali convenzioni internazionali.
Ma in commissione Bilancio sarebbe in arrivo anche un emendamento di Francesco Boccia (Pd), presidente della stessa commissione e da sempre fautore dell’introduzione di una web tax. Che, rispetto alle sue proposte del recente passato, dovrebbe puntare su un’opzione volontaria alle web company per dare l’ok al fisco italiano ad essere considerate fondate su una “stabile organizzazione” in Italia (e quindi di versare l’Iva sul fatturato sviluppato sul nostro territorio).
Probabili ritocchi sono destinati a concentrarsi anche sui pagamenti degli oltre 800mila contribuenti che hanno aderito alla rottamazione delle cartelle di Equitalia. Attualmente si può pagare in unica rata entro fine luglio o in massimo di 5 rate sempre a partire da luglio da saldare a settembre 2017, novembre 2017, aprile 2018 e settembre 2018. Il timore è che i contribuenti paghino la prima rata e poi smettano di onorare le altre 4 scadenze. Per evitare questo rischio e garantire più tempo si lavorerebbe sia sull’ipotesi di concedere più date per i pagamenti. Si sta poi valutando l’eventualità di rivedere la tassazione sui giochi garantendo comunque le stesse stime di gettito indicate dal decreto: 238 milioni nel 2017 tra aumento del prelievo erariale unico sulle new slot (dal 17,5 al 19%) e sulle Videolottery (da 5,5 al 6%), e aumento della tassa sulla fortuna (dal 6 all’8% per il lotto e dal 6al 12% per le vincite sopra i 500 euro di Vlt, gratta e vinci e superenalotto).
Intanto lo stesso decreto, nella sua attuale versione, prevede una scorciatoia per un possibile alleggerimento (o addirittura azzeramento) dei tagli sui ministeri (attesi risparmi per 460 milioni). Se infatti il pacchetto “liti fiscali” dovesse garantire un gettito maggiore ai 400 milioni stimati, le maggiori entrate potranno essere utilizzate per compensare eventuali minori incassi dalla voluntary disclosure e dalle concessioni tv o per ridurre l’impatto della stretta sui ministeri.
Il Sole 24 Ore – 7 maggio 2017