Nessun allarme sui conti Inps: «Il cosiddetto disavanzo è solo contabile». Il presidente dell’istituto nazionale della previdenza sociale, Antonio Mastrapasqua, risponde così – a margine del convegno «Lavoro, occupazione e produttività» organizzato dalla Confagricoltura – all’allarme lanciato dalla Corte dei conti con la relazione sulla gestione finanziaria per il 2011.
Mastrapasqua ha osservato che è «un’analisi condivisibile e le osservazioni riguardano il governo più che l’istituto». E ha smentito che ci siano problemi sui conti come peraltro già chiarito dal ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, e dal ministro del Welfare, Elsa Fornero.
Con la fusione Inps-Inpdap-Enpals «si modifica – ha ricordato Mastrapasqua – sia la struttura finanziaria che economica dell’istituto. La Corte dei Conti ha fatto una fotografia». «Non solo il presidente dell’Inps ma anche il Governo con il ministro Fornero e il ministro Grilli hanno detto che non c’è nessun tipo di allarme e rischio sui conti dell’istituto: il cosiddetto disavanzo é solo un fatto contabile e non finanziario».
I nodi aperti
La Corte dei conti ha sollecitato misure «urgenti correttive e di rilancio per la previdenza integrativa e indica all’Inps la necessità di risanare le gestioni dei fondi in dissesto». Nella relazione sull’Inps, la magistratura contabile sottolinea la necessità di completare la revisione del secondo pilastro. «La modesta quota di adesioni, circoscritta al 27% dei lavoratori dipendenti, alimenta le prospettive alternative della trasformazione degli attuali assetti privatistici in previdenza integrativa pubblica – scrivono i magistrati contabili – trasferendo all’Inps i contributi ed escludendo i rischi del mercato finanziario, cui rimangono esposti istituti di credito e gestori specializzati e che hanno comportato rendimenti negativi nei più recenti anni di crisi». Per la Corte dei conti in ogni caso vanno superati criticità strutturali dei fondi come la dimensione e caratterizzati da «una estrema polverizzazione e da una ridotta platea di iscritti che producono notevoli diseconomie e indeboliscono il pitere contrattuale nei confronti dei gestori».
Sintomi sfavorevoli emergono inoltre dalla ulteriore contrazione nelle adesioni ai fondi negoziali e dallo «stentato sviluppo» di quelli per i dipendenti pubblici che appare più carente proprio per le categorie dei lavoratori, come i giovani, più bisognose di integrazione delle prestazioni del primo pilastro.
La magistratura contabile poi rileva il peggioramento della perdita delle 40 gestioni amministrate da 1,4 a 2,3 miliardi di euro. «Appaiono indifferibili, almeno nel breve e medio periodo, sino al pieno funzionamento del sistema contributivo, misure di risanamento delle gestioni in dissesto – afferma la relazione – oltre che di quelle in forte squilibrio tra le quali meritano segnalazione i trattamenti pensionistici degli enti disciolti e le pensioni dei dipendenti delle Ferrovie dello Stato».
ilsole24ore.com – 7 novembre 2012