«Assegnato», «Prenotato», «Rassegnato». Sono queste le parole che rimbalzano tra le aspiranti matricole di medicina, aggrappate a Internet, impegnate a consultarsi freneticamente, in queste ore, per capire come cambia la loro geografia di riferimento. Viola è «prenotata» a Genova. Daniele a Varese, Rita è «assegnata» a Pavia.
Francesco (@fusgol33m) informa su Twitter: «posizione 8709 assegnato alla sun (Seconda Università di Napoli, ndr), mia prima scelta!». «Rassegnati», cioè senza possibilità di coronare il sogno di una laurea in Medicina, sono tutti quelli che non hanno raggiunto il minimo dei 20 punti necessari per concorrere a un posto. Non per garantirselo, però: numero di matricola e libretto spettano a poco più di 12mila studenti (l’ultimo, Alberto, prenotato a Verona, ha un punteggio di 39,40). Gli altri devono sperare in ripensamenti e rinunce.
«ASSEGNATI» O «PRENOTATI» – Sul sito dedicato del Miur è stata pubblicata la graduatoria nominativa definitiva con le assegnazioni (il punteggio è pubblico, non i nomi, protetti da privacy) risultata dai test d’ingresso per le Facoltà a numero chiuso: la classifica dei candidati, in base alla quale si assegnano i posti nelle varie università, tenendo conto delle preferenze indicate, fino a esaurimento dei posti disponibili. Una prima evidenza è che centinaia di studenti dovranno trasferirsi – prevalentemente dal Nord al Sud – per inseguire la laurea: imprendibile, per esempio, per molti degli oltre 900 aspiranti, laStatale di Milano, che mette a disposizione 370 posti a Medicina e 60 a Odontoiatria. Ma un po’ tutti gli atenei pubblici del Nord Italia saranno off limits per tanti candidati: oltre la metà dei 10mila ammessi a Medicina e Odontoiatria hanno sostenuto la prova al Nord. Al Sud e al Centro – fatta eccezione per la Federico II di Napoli (tutti coperti i 407 posti a disposizione) e l’Università di Bari (296 per Medicina, 18 per Odontoiatria) – ha passato il test un numero di candidati inferiore rispetto al numero dei posti disponibili. Secondo stime di Skuola.net sono ben 1400 i posti in esubero, assegnati ai ragazzi «prenotati» di altre sedi, cioè quelli che, non essendo riusciti ad iscriversi alla prima sede scelta, sono comunque entrati in graduatoria per una seconda preferenza grazie all’alto punteggio in scala nazionale. Da Sud a Nord si muoveranno invece molti ragazzi risultati «prenotati» in atenei blasonati, come quello di Siena, dove risultano scoperti ben 150 posti.
LA GRADUATORIA – Quella della graduatoria nazionale – nata per rendere il metodo di selezione dei futuri medici più meritocratico e insieme più competitivo – è la più importante novità del test per chi vuole indossare il camice bianco. All’atto dell’iscrizione, ogni studente ha indicato la sede universitaria di preferenza: quella dove fisicamente ha sostenuto il test. E una o più seconde scelte – anche tutte quelle presenti sul territorio nazionale – in ordine di preferenza. In base ai risultati delle prove d’ingresso, pubblicati lunedì scorso, è stata stilata la classifica nazionale e i posti nelle varie università sono stati assegnati tenendo conto delle preferenze, fino a esaurimento delle disponibilità.
LO «SCORRIMENTO» – Il meccanismo, un po’ complesso, prevede per lo studente «Assegnato» all’ateneo prescelto l’obbligo di immatricolarsi entro 4 giorni, pena l’esclusione dalla graduatoria. Lo studente «Prenotato», invece, può decidere se immatricolarsi entro lo stesso termine a quella che per lui è una seconda o terza (o più) scelta, oppure attendere eventuali rimescolamenti della graduatoria, alla conclusione della prima ondata di immatricolazioni. Se si è «in attesa» significa che delle sedi indicate nessuna ha delle aperture, fino ad eventuali rinunce. Ogni cinque giorni, la situazione verrà aggiornata: importante quindi controllare continuamente lo stato dell’arte, per capire se da «Prenotati» si passa a «Assegnati»: a quel punto immatricolarsi diventa obbligatorio, pena l’esclusione.
RISCHIO ESCLUSIONE – Un sistema che, al di là delle polemiche iniziali, ai ragazzi non dispiace: «Sarebbe stato difficile entrare se la selezione fosse rimasta quella per ateneo, di due anni fa – dice Viola -. Non avevo in programma di studiare a Genova, ma pur di laurearmi in Medicina finirò con l’immatricolarmi là. In treno, da Milano, non è poi così scomodo».
RITARDI E BONUS – Le critiche casomai sono sulla tempistica: («un’attesa che sfinisce», continua Viola. «Indecente farci aspettare 7 giorni: uno deve avere l’ansia per 7 giorni senza sapere dove diavolo finisce», scrive Sandra) e sul pasticcio del «bonus maturità», nato per promuovere la meritocrazia, e bocciato in corsa («perché avrebbe creato disparità»), lasciando a bocca asciutta tanti che magari contavano proprio su quel tesoretto di punti in più per spiccare il volo della vita.
«NO ALLE BARRIERE» – Ribadendo il proprio no al numero chiuso e «il più totale rifiuto a ogni barriera all’accesso che sta da una parte rendendo totalmente elitaria la formazione universitaria nel nostro paese (57,3% di corsi di laurea a numero programmato) e dall’altra sta contribuendo ad aggravare la grave crisi di personale medico-sanitario nel nostro paese», il Link-coordinamento universitario ha commentato con una nota: «Anche oggi come negli ultimi 15 anni, migliaia di studentesse e studenti apprenderanno il proprio futuro da una semplice classifica che condizionerà le loro scelte di vita e il libero accesso all’università. Alla vergogna del numero chiuso, quest’anno – osserva in una nota – si aggiunge l’enorme pasticcio legislativo messo in atto dai Ministri Profumo e Carrozza in relazione all’iniquo e discriminante strumento del Bonus di Maturità». «L’eventuale mancata conversione del “Decreto Istruzione” e quindi l’automatica re-introduzione del Bonus di Maturità – dichiara Alberto Campailla, Portavoce Nazionale dell’associazione – si aggiungerebbe a una serie di errori macroscopici compiuti dal Miur sulla pelle degli studenti».
1 ottobre 2013 | Corriere.it