Una riunione di esperti in Oman traccia le linee guida per investigare le vie di trasmissione e di diffusione della malattia. Diversi studi hanno segnalato alte percentuali di cammelli con anticorpi efficaci contro la MERS-CoV.
Esperti della salute e veterinari sono tra coloro che lanciano l’appello perché vengano intensificati i controlli, la ricerca e segnalazioni immediate di casi della sindrome respiratoria mediorientale da Coronavirus (MERS-CoV), un’infezione potenzialmente fatale che ha già causato numerosi casi di malattia e morte e che potrebbe avere origini animali.
Una dichiarazione fatta da una riunione tecnica regionale organizzata dalla FAO nel Sultanato dell’Oman ha allertato i paesi della regione, ma non solo, sulla necessità da parte delle autorità della salute pubblica e veterinaria di mettere in atto investigazioni coordinate e di condividere informazioni e risultati.
I partecipanti hanno preso atto del “recente aumento di casi umani nella penisola arabica e della sospetta trasmissione zoonotica che coinvolge, in particolare, i dromedari”.
Hanno quindi divulgato una lista di raccomandazioni per migliorare la conoscenza delle modalità di trasmissione del virus agli umani e per minimizzare il suo impatto sulla salute umana e animale, oltre che sui mezzi di sussistenza legati all’agricoltura e all’allevamento”.
“E’di vitale importanza per la comunità internazionale capire come e dove il virus si trasmette, chi ne è la fonte (animale o umana) e quando e perché alcune persone lo diffondono” ha affermato Juan Lubroth, Veterinario Capo della FAO.
“C’è un bisogno urgente di focalizzare la ricerca sull’epidemiologia animale del MERS-CoV per evitare infezioni umane primarie e per evitare di mettere altre persone in pericolo” ha aggiunto Lubroth.
“Comprendendo meglio l’epidemiologia, possiamo fornire le linee guida necessarie per evitare il passaggio dell’infezione dagli animali all’uomo e proteggere l’industria del cammello o di altri animali dalle potenziali gravi conseguenze” ha affermato.
Secondo i dati dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), fino allo scorso 21 maggio sono stati oltre 630 i casi accertati in laboratorio di infezione da virus MERS sugli umani e oltre 190 i decessi a partire dal 2012. Il paese più colpito é il regno dell’Arabia Saudita, ma casi sono stati rilevati anche negli Emirati Arabi, in Qatar, Giordania, Oman e Yemen.
Altri casi sono stati riportati in Asia, Nord Africa, Europa e Nord America ma le cause sono state ricondotte a viaggi o lavoro nel Medio Oriente, denotando il ruolo che la velocità dei trasporti globali ha nella diffusione degli agenti patogeni.
La maggior parte dei casi di trasmissione del virus sono dovuti a trasmissione umana ma rimane da chiarire se questi siano stati contagiati da elementi ambientali o animali.
“I partecipanti alla consultazione sulla MERS hanno convenuto che informare l’opinione pubblica sull’ importanza di richiedere subito attenzioni mediche, sulla natura della malattia e sui modi di evitarla sia di vitale importanza” ha sottolineato Lubroth.
Raccomandazioni
Le raccomandazioni sono concentrate sulla connessione della malattia con i cammelli o altre specie animali. La priorità andrebbe data a:
Sensibilizzare dell’opinione pubblica sulla MERS-CoV;
Investimenti urgenti nella ricerca e sorveglianza degli animali;
Una sistematica ricerca di potenziali fonti di infezione umana da parti di origine animale o ambientale;
Impegno comune e collaborazione tra autorità della salute pubblica;
Un appello per un’ azione concertata viene lanciato anche nelle seguenti aree:
Pratiche migliori nel miglioramento delle misure di biosicurezza negli allevamenti o negli attraversamenti transfrontalieri;
Sensibilizzazione all’ importanza dell’igiene personale (ad esempio lavarsi frequentemente le mani dopo aver toccato gli animali, indossare indumenti protettivi e lavare spesso gli indumenti sporchi, scarpe e altri oggetti) per chi lavora con il bestiame, nei macelli o con gli animali da corsa;
Una maggiore condivisione delle informazioni a livello regionale e una migliore coordinazione per gestire i rischi legati al movimento e dal commercio degli animali;
Possibile introduzione di passaporti/certificazioni animali per i cammelli da corsa;
Coinvolgimento del settore privato (come società di corse, aziende di allevamento o di confezionamento della carne).
Le linee guida riflettono le discussioni avvenute durante la consultazione del 20-21 maggio, inaugurata dal Ministro dell’Agricoltura e della Pesca dell’Oman, Dr. Fuad Jaafar al Sajwani e alla quale hanno partecipato l’ Organizzazione Mondiale per la Salute degli Animali (OIE), l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il Consiglio di Cooperazione del Golfo ed esperti riconosciuti che stanno al momento collaborando con i ricercatori e le autorità della regione.
Il meeting ha anche accolto autorità della salute pubblica, veterinaria e altri specialisti da undici paesi: Etiopia, Egitto, Bahrain, Giordania, Kuwait, Quatar, Oman, Palestina, Arabia Saudita, Sudan, Emirati Arabi e Yemen.
I cammelli e la MERS
Diversi studi hanno segnalato alte percentuali di cammelli con anticorpi efficaci contro la MERS-CoV o virus correlati sia in paesi nei quali sono stati segnalati casi di infezioni umane sia in paesi dove queste non sono state segnalate.
Altri casi hanno mostrato come la MERS-CoV sia stata segnalata in cammelli dell’Arabia Saudita almeno a partire dal 1992. Tracce della MERS-CoV sono state trovate in campioni di cammello provenienti da un allevamento in Qatar e altri studi in Egitto e Arabia Saudita.
I coronavirus sono un’infezione animale diffusa e possono colpire gli animali d’allevamento così come un ampio numero di specie selvatiche, inclusi pipistrelli, roditori e uccelli selvatici.
Fao – 31 maggio 2014