E’ allarme Mers, il virus proveniente dal Medio Oriente, che ora minaccia anche i paesi occidentali Ecco cos’è e come affrontare la “nuova Sars” che arriva dal Medio Oriente e che ha fatto scattare l’allarme dell’Oms
di Eleonora Lorusso. Ora la Mers fa davvero paura. La sindrome respiratoria, che ha come focolaio il Medio Oriente, è arrivata ufficialmente anche negli Stati Uniti e l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fatto scattare l’allarme . Il rischio è che diventi una nuova temibilissima epidemia, dopo che i primi casi sospetti si sono registrati anche in America, con due infermieri messi in quarantena perché presentavano sintomi della malattia. Il ministro della Salute italiano, Beatrice Lorenzin, ha tranquillizzato , affermando che al momento non ci sono segnali di preoccupazione, ma che comunque si terrà alto il livello di allerta, seguendo le direttive dell’Oms per evitare contagi.
Ma anche in Europa si teme la diffusione della patologia, dopo che le autorità greche hanno confermato il decimo caso nel Vecchio Continente, in un uomo di 69 anni, atterrato all’aeroporto di Atene in arrivo dall’Arabia Saudita prima di Pasqua. Negli ultimi giorni, poi, il bilancio delle vittime si è ulteriormente aggravato con 3 nuovi decessi, tutti in Arabia Saudita, dove tre donne hanno perso la vita a causa del Coronavirus, portando a 163 il numero dei morti da inizio anno, mentre sono 520 le infezioni complessive (anche se alcune fonti indicano in 173 morti e 572 casi in 19 Paesi la reale diffusione). Ma cos’è esattamente la Mers? Come avviene il contagio, quali i sintomi e come ci si difende?
Cos’è la Mers?
Per Mers si intende la Sindrome respiratoria mediorientale da Coronavirus MERS-CoV (Middle East Respiratory Syndrome Coronavirus), individuato per la prima volta il 24 settembre 2012 dal virologo egiziano Ali Mohamed in Arabia Saudita. Si tratta di un virus simile a quello della Sars , che però presenta una maggiore mortalità (il 30% rispetto al 10% della Sars).
Quali sono i sintomi?
I sintomi sono quelli classici dell’influenza, con febbre alta ad almeno 38°, brividi, mal di testa, dolori muscolari e malessere generalizzato, unito in alcuni casi a diarrea. Dopo circa 7 giorni compare generalmente una tosse secca e i problemi respiratori si aggravano fino a diventare polmonite. Il periodo di incubazione varia da 2 a 7 giorni, arrivando raramente a 10.
Dove si trovano i focolai di Mers?
Dall’Arabia Saudita la sindrome respiratoria si è diffusa nei vicini Paesi mediorientali, dalla Giordania all’Oman, dal Libano al Qatar, interessando però anche Yemen, Filippine, Malesia, Kuwait, Tunisia ed Egitto. Da marzo ad oggi risultano circa 163 decessi nella sola Arabia Saudita. Il numero delle infezioni è invece di 520 dalla comparsa della malattia nel Regno. In Europa si segnalano casi in Francia, Inghilterra e Grecia, tutti collegati direttamente o indirettamente con la penisola araba. Anche in Italia massima allerta dopo i primi tre casi a Firenze, ai primi di giugno del 2013, ritenuti però non particolarmente gravi. Si trattava di soggetti legati ad un cittadino giordano residente in Italia, rimasto per 40 giorni in Giordania con un figlio affetto da una forma influenzale non specificata.
Quali precauzioni sono state adottate?
Il 14 maggio si è tenuta una riunione d’emergenza per il Coronavirus all’Organizzazione Mondiale della Salute , a Ginevra in Svizzera. Esperti di tutto il mondo si sono incontrati per stabilire se la Mers debba essere ritenuta “un’emergenza sanitaria di livello internazionale”, come ad esempio è stato per l’influenza suina e la poliomelite. A preoccupare maggiormente è la segnalazione di nuovi casi fuori dal Medio Oriente, come negli Usa. In vista dei pellegrinaggi alla Mecca, poi, si teme una nuova e più ampia diffusione del coronavirus per la migrazione di migliaia di fedeli verso e di ritorno dall’Arabia Saudita. Già lo scorso anno il governo saudita aveva raccomandato di vaccinarsi contro l’epatite A e B, il tifo e l’influenza stagionale prima di mettersi in viaggio verso la Mecca in occasione del Ramadan. Le autorità di Riad avevano inoltre ridotto del 20% il numero dei permessi ai fedeli per l’annuale pellegrinaggio.
Come si trasmette?
Al momento non ci sono prove di trasmissione del Coronavirus da uomo a uomo, per questo non sono state adottate procedure di Public Health Emergency of International Concern, ovvero quelle previste nei casi di emergenza di salute pubblica di rilievo internazionale. Nel giugno 2013 esperti della malattia di tutto il mondo, riuniti al Cairo in Egitto, hanno ipotizzato che il virus Mers-CoV abbia come maggiore veicolo di trasmissione i pipistrelli che, con i loro escrementi, infettano datteri e cammelli e, di conseguenza, anche gli uomini. E’ stato anche ritenuto possibile che, pur in assenza di evidenze scientifiche di trasmissione intra-comunitaria, esistano individui super-spreader, ovvero in grado di diffondere l’infezione in modo più rapido di altri.
Quali scenari?
Il Cdc statunitense (Centers for Disease Control and Prevention) ha già una squadra con partner internazionali per cercare di contenere la diffusione del virus e capirne meglio le dinamiche di diffusione. Sul proprio sito ha anche messo a disposizione una sezione per chiarire eventuali dubbi e rispondere alle domande relative alla Mers. Al momento non esistono vaccini per prevenire la Mers né una cura specifica per combatterla.
Panorama – 19 maggio2014