Dario Del Porto, Repubblica. Nel Paese che affronta la seconda ondata della pandemia ora nelle farmacie scarseggiano le bombole di ossigeno. Sono fondamentali per l’assistenza domiciliare ai malati di Covid- 19, ma in mezza Italia trovarne una sta diventando difficilissimo. «La domanda è aumentata mostruosamente, fino al 400 per cento», sottolinea Riccardo Maria Iorio, presidente napoletano di Federfarma. Oltre alla Campania, si segnalano problemi in Abruzzo, Basilicata, Liguria, Valle d’Aosta, in alcune aree del Piemonte. Sta peggiorando la situazione in Sicilia. È una delle conseguenze della diffusione del coronavirus: in media una persona ha bisogno di circa 15 litri di ossigeno gassoso, mentre a chi combatte contro il Covid ne occorre quasi il doppio.
Meglio di ogni statistica, lo fotografa la scena registrata qualche giorno fa dagli ispettori inviati a Napoli dal ministro della Salute Roberto Speranza: all’ingresso dell’ospedale Cotugno, punto di riferimento per la cura delle malattie infettive non solo in Italia, erano in coda undici auto private con a bordo pazienti sintomatici in attesa di entrare. Tutti avevano avuto bisogno di essere assistiti con una bombola fornita dal presidio. Quello che manca nelle farmacie non è l’ossigeno medicinale, per il quale «non vi è alcun rischio di carenza», come sottolinea l’Aifa. Il nodo sono i contenitori. «Nelle fasi più critiche dell’emergenza — spiega l’Agenzia del farmaco — al crescere della domanda di ossigeno si assiste in parallelo a un aumento esponenziale della domanda di dispositivi medici come bombole e contenitori criogenici in particolare nelle aree più colpite dalla epidemia ». La disponibilità dei recipienti, evidenzia l’Aifa, rappresenta una «potenziale criticità, tenuto conto che non è possibile né prevedibile aumentarne significativamente la disponibilità nei tempi brevi richiesti dalla pandemia». Per questo i farmacisti lanciano appelli ai cittadini: «Chi ha una bombola in casa, la riconsegni. Può salvare una vita», ripete ormai da giorni il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei farmacisti Andrea Mandelli che parla senza termini di una «battaglia da combattere tutti assieme. Dare ossigeno ai pazienti è fondamentale perché ci consente di non intasare gli ospedali e assistere a domicilio le persone nella maniera migliore ». Mandelli esclude che la mancanza di bombole possa essere alimentata da speculazioni sul mercato. «Non vedo una situazione di questo tipo, è una crisi figlia della pandemia. Piuttosto, è importante far capire alla popolazione che l’ossigeno è un farmaco indispensabile. Non accuso nessuno, ma restituire i contenitori esauriti rappresenta un gesto di civiltà. Per garantire ognuno di noi, appena la bombola si esaurisce va riportata in farmacia per essere sanificata e riempita di nuovo».
Qualcuno che prova a fare il furbo però c’è sempre. Come il tipo che a Napoli ha messo in vendita su Facebook a 300 euro la bombola ormai vuota che era stata usata dalla nonna. I carabinieri del comando provinciale hanno avviato verifiche per scoprire evetuali altri epis odi di questo tipo e così, in tutta Italia e su ogni aspetto legato all’emergenza, lavorano i carabinieri del Nas diretti dal generale Paolo Carra.
Intanto sul territorio si corre ai ripari. Il prefetto di Napoli, Marco Valentini, ha incontrato i vertici locali di Federmarma e dell’Ordine dei farmacisti: «Ci ha dato la disponibilità del governo ad aiutarci con qualsiasi iniziativa per arginare il problema », afferma Iorio. In Abruzzo, il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Silvio Paolucci, chiede di autorizzare le farmacie a distribuire le bombole inutilizzate dagli ospedali.
Secondo la vicepresidente della commissione affari sociali della Camera Michela Rostan, di Italia Viva, si deve «intervenire in modo strutturale sulle carenze. Investire in digitalizzazione e incentivare la produzione di bombole sono obiettivi da raggiungere in tempi rapidi. Anche a questo servono i fondi del Mes».