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Monti: «2013 sarà anno crescita. Corruzione: inerzia una parte politica»

Il premier apre a Roma la conferenza internazionale Ocse alla presenza del segretario generale Josè Angel Gurria: “Il nostro Paese non è più un problema per l’Eurozona. In 10 anni un aumento di 4 punti percentuali del Pil”. Azioni dure ma “gli italiani non ci sono ostili”

ROMA – “Grazie all’azione di questi mesi l’Italia si è tolta dalla lista dei paesi che rappresentavano un problema per la stabilità dell’area euro”, ha esordito così il premier Mario Monti aprendo insieme al segretario generale dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) José Ángel Gurría, la conferenza internazionale sulle riforme strutturali in Italia.

Secondo il premier il 2013 sarà un anno in crescita, nonostante “il motore dell’economia si avvierà lentamente”. Una nota positiva, aiutata dalla cooperazione dei partiti politici e dai cittadini: “Gli italiani, pur sottoposti a un trattamento molto incisivo e pesante di misure, stanno dimostrando di non essere particolarmente ostili a chi ha dovuto persuaderli che fossero nel loro interesse di lungo periodo”.

Corruzione. Un passaggio importante dell’intervento del premier è dedicato alla corruzione, freno alla crescita del Paese: “Se le liberalizzazioni hanno portato il Paese a una media simile o superiore a quella dei Paesi Ocse, la percezione delle difficoltà dalle aziende è ancora alta. L’Ocse inoltre ha posto l’accento sulla trasparenza del settore pubblico: in Italia il livello di corruzione è superiore a quello della media Ocse”, ha affermato il premier che ha aggiunto: “C’è un’inerzia comprensibile ma non scusabile da alcune parti politiche” nel portare a termine

il ddl anticorruzione che comunque il governo vuole portare “avanti” inserito “dentro un pacchetto equilibrato” di provvedimenti sulla giustizia.

Pil. Nella nota di aggiornamento al documento di Economia e Finanza per il 2013 è previsto un -0,2% per il Pil, ma Monti ha spiegato: “Si tratta della media d’anno, ma nelle nostre previsioni l’andamento dell’economia sarà ascendente nel corso del 2013, per questo parliamo di crescita”. Anche il segretario Ocse ha confermato che “l’azione realizzata in questi mesi produrrà nei prossimi 10 anni un aumento di 4 punti percentuali del Pil”. Tuttavia è troppo presto per “abbandonare il rigore. Quello va sempre mantenuto”. Ma adesso “se vogliamo uscire dalla crisi bisogna guardare all’andamento della competitività delle imprese e aumentare la produttività”, ha continuato il presidente del Consiglio.

Candidatura. Monti ha ribadito di non essere intenzionato a ricandidarsi alla guida del governo. Ma ha smentito il cosiddetto ‘teorema Juncker’ che recita: “Chi fa le riforme strutturali lo fa per il bene del suo Paese ma poi perde le elezioni”. Un teorema fragile e che comunque, ha sottolineato il premier, non si deve “applicare in alcun senso a noi”.

Parti sociali. “Chiedo alle parti sociali di saper guardare, come hanno fatto in tante fasi della vita italiana, in modo coraggioso”, ha detto Monti, aggiungendo che la questione della competitività deve essere “il tema al centro dei rinnovi contrattuali”.

Reti familiari. “L’Italia è uno tra i Paesi osservati dall’Ocse caratterizzato da un’alta immobilità sociale: i figli rimangono nella stessa categoria sociale dei genitori, rimangono in casa con i genitori, e spesso finiscono per fare lo stesso lavoro dei loro genitori”. Per il presidente del Consiglio si tratta di un “aspetto rilevante sotto il profilo dell’efficienza e della crescita di un sistema”. “Abbiamo sempre cercato di tenere ben presenti, nella nostra azione, le esigenze dei giovani e degli outsider”, ha detto il premier.

Disuguaglianze. Scambio di battute alla fine della conferenza tra Monti e Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse, sulla difficoltà di quest’ultimo a pronunciare la parola ‘disuguaglianze’. “Ridurre le disuguaglianze è difficile da pronunciare e da mettere in pratica”, ha scherzato il presidente del Consiglio.

(24 settembre 2012) – Repubblica.it

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