Mozzarella bufala Mandara non è camorrista. Continuiamo comprarla
Lo stabilimento Alival, del signor Mandara, dove si produce la mozzarella di bufala Dop è uno dei più grossi in Campania, dà lavoro a 200 persone ed è probabilmente il marchio leader del settore.
Questi aspetti contano poco di fronte alla bufera mediatica che ha travolto Giuseppe Mandara accusato di avere ricevuto finanziamenti dalla camorra. In questa situazione considerare la mozzarella Mandara come un prodotto della camorra è per certi versi comprensibile.
Le principali catene di supermercati italiane come Conad, Coop, Esselunga ricevevano ogni giorno confezionata da Alival, mozzarella di bufala Dop (nel caso di Coop e Conad si trattava di mozzarella con il marchio della catena mentre per Esselunga si trattava di un altro marchio).
Adesso per motivi etici alcune di queste catene hanno sospeso immediatamente il contratto di fornitura. Si tratta di una scelta condivisibile, visto che non è piacevole avere rapporti commerciali con un’azienda sospettata di legami con la malavita. Ma ci sono alcuni elementi su cui vale la pena riflettere prima di chiudere il discorso.
È giusto abbinare i gravi sospetti sull’imprenditore Giuseppe Mandara al prodotto? La mozzarella di bufala non è stata messa sotto accusa nelle indagini, tant’è che lo stabilimento continua a produrre regolarmente. C’è un altro elemento da considerare: un’azienda che produce per due importanti catene un prodotto presentato ai consumatori con il marchio Coop e Conad deve essere per forza un’impresa modello, oserei dire quasi un gioiello. Produrre per i supermercati vuol dire rispettare parametri igienici e qualitativi molto più severi rispetto a quelli di legge. Sì proprio così, oggi lavorare per le catene di supermercati italiane si può considerare una sorta di garanzia. Chi ha visitato lo stabilimento lo sa bene.
Certo i controlli delle catene riguardano il prodotto e non aspetti finanziari difficilmente verificabili. Ma se questa è la situazione bisogna scindere tra la vicenda private di Giuseppe Mandara e la mozzarella prodotta nel suo stabilimento. Io continuerò a comprarla perché bisogna dare fiducia a un marchio di qualità e alla professionalità dei lavoratori. La soluzione trovata dall’autorità giudiziaria va in questo senso. È stato nominato un amministratore giudiziario, è stato sostituito il responsabile dello stabilimento e la produzione continua.
C’è di più: l’ente certificatore che controlla la filiera (CSQA) ha confermato che lo stabilimento ha ancora tutte le caratteristiche per produrre Mozzarella di bufala Dop. In questi giorni si è parlato anche di corpi estranei riscontrati nella mozzarella in seguito alla rottura di un macchinario e si rincorrono altre voci sul prodotto. In realtà l’episodio risale al 2008 e sono ancora in corso accertamenti. La vicenda Mandara assomiglia un po’ al caso Parmalat dove per fortuna i consumatori dopo il primo momento di sbandamento hanno scisso la brutta storia di Callisto Tanzi da quella dei prodotti.
Questa delicata situazione, dopo la confusione dei primi giorni si sta delineando con precisione, ed è lecito sperare che le catene di supermercati alla luce dei nuovi provvedimenti giudiziari e della nomina di un nuovo amministratore, riprendano la fornitura di mozzarella di bufala prodotta dai lavoratori dello stabilimento.
ilfattoalimentare.it – 21 luglio 2012