Di questi tempi, si sente spesso parlare di biosicurezza, ovvero della necessità di garantire dei processi rapidi e veloci per isolare e “curare” animali e piante che rischiano di essere infettate da fattori patogeni.
Oggi a Pechino è stato presentato un progetto, battezzato provvisoriamente Eupfsis (Eu Plant and Food Security Information System) che consente una mappatura, in ordine di priorità, delle coltivazioni maggiormente a rischio e dei patogeni potenzialmente pericolosi, in modo da mettere a punto un modello efficace di anali si del rischio. Il tutto fa parte del progetto europeo Plant and Food Biosecurity (Plantfoodsec), coordinato dal Centro di competenza per l’innovazione in campo agro-ambientale e agro-alimentare dell’Università di Torino (Agroinnova), ed è in pratica una piattaforma di diagnostica virtuale basata sul web, che consente di far fronte in tempi rapidi ad eventuali emergenze.
Il progetto è ora giunto alla metà del proprio percorso; l’obiettivo è che venga ultimato alla fine del 2015. Si tratta in pratica di un network virtuale che sfrutta Internet per mettere in rete gli agronomi, che spesso sono i primi a rendersi conto “sul campo” dell’insorgere di un’emergenza, con i laboratori più all’avanguardia presenti in ogni parte del mondo. Gli agronomi che accederanno al sistema potranno utilizzare una sorta di database interattivo che permetterà di inviare in tempo reale immagini e video dell’epidemia ai laboratori internazionali più attrezzati. Questi, a loro volta, potranno accedere a una grandissima quantità di dati e interfacciarsi fra di loro in modo da poter condurre in tempi rapidi e coordinati un’analisi dell’epidemia in corso, che aiuti quindi a risolvere l’emergenza.
Durante i primi due anni e mezzo di sviluppo del progetto, è stata tra l’altro stilata una lista in ordine di priorità delle coltivazioni maggiormente a rischio e dei patogeni più pericolosi, e realizzato un modello di analisi del rischio che, in caso di epidemie, potrà contribuire in tempi rapidi alla scopo di determinare l’origine di un’epidemia, chiarendo anche se questa è di origine naturale o dolosa. Sulla base di questi risultati sarà quindi possibile indirizzare le ricerche rapidamente, così da contrastare il fenomeno.
«Gli interessanti risultati che stanno emergendo dal progetto Plantfoodsec -ha dichiarato Maria Lodovica Gullino, direttore di Agroinnova- confermano la necessità di un approccio globale e sistemico ai temi della biosicurezza. Oggi più che mai l’Europa -prosegue Gullino- deve attrezzarsi per il futuro, un futuro che vede i prodotti agricoli, e alimentari in genere, viaggiare costantemente da un continente all’altro e nel quale la sorveglianza e la capacità di rispondere in tempi rapidi e efficacemente a qualunque tipo di minaccia alla sicurezza alimentare -sia essa accidentale o volontaria- è necessaria».
Il Sole 24 Ore – 31 agosto 2013