Da Noale la riscossa: ripristinato lo sconto per le abitazioni date in comodato gratuito. Già oltre 400 casi risolti. E adesso mette tutto sul web
Con l’Ici erano trattate da prime case. Ma con l’Imu l’agevolazione era stata cancellata per far cassa. Ma ora il nodo Imu per le abitazioni date in comodato d’uso gratuito ai figli e trattate come seconde case, con relativo salasso fiscale, è risolto. La via d’uscita l’ha trovata un ragioniere commercialista di Noale, Alberto De Franceschi, che l’ha già applicata a 412 clienti, tra Noale e Albignasego, alle porte di Padova, dove ha gli studi, che hanno presentato i documenti per avere gli sconti Imu. Una soluzione che ha deciso di non tenere per sé, magari per fare nuovi clienti, ma di mettere a disposizione di privati e colleghi, con tanto di documenti e pareri legali in caso di contestazioni, sul suo blog defranceschialberto.wordpress.com, in una sorta di «volontariato fiscale». Perché per lui si tratta di ripristinare un diritto fissato dal codice civile e non di applicare una «gabola» per aggirare il fisco.
Su un tema, la casa acquistata con i risparmi di una vita e data a figli o parenti, vissuto come un diritto profondo in Veneto. «Specie ora, tra crisi e giovani con lavori precari che faticano a trovare l’indipendenza o ad avere un mutuo per acquistare casa – spiega lui -. In questo parte del Veneto si calcola che le case in comodato ai figli siano il 20-30% delle seconde case. E il trattamento Imu è incostituzionale». Togliendo di mezzo una situazione che ha fatto comodo a Stato e Comuni per far cassa. «Solo a Noale – aggiunge De Franceschi – questa fetta di Imu vale 200 mila euro sui 4 milioni incassati ogni anno». E non a caso quando entra in Comune a presentare le carte, si trova di fronte a sindaci e funzionari che sbiancano in volto. La soluzione che ha trovato è di servirsi degli articoli 1022 e 1023 del codice civile sul diritto d’abitazione. «Usati di solito negli atti di successione – spiega il professionista -, per evitare che la moglie rimasta vedova sia cacciata dai figli da una casa non sua».
È un cosiddetto diritto reale, che può essere trasferito e iscritto al catasto e permette, a chi riceve in uso l’abitazione, di vedersela considerata prima casa, con tanto di franchigie e deduzioni d’aliquota. «Ma l’articolo 1022 parla di famiglia – dice De Franceschi -. E la norma si può usare anche tra genitori e figli o tra fratelli». Per vedere la seconda casa diventare prima ai fini Imu basta che genitore e figlio firmino un atto di costituzione del diritto d’abitazione (lo si può scaricare dal blog di De Franceschi), su cui va fatto mettere il timbro postale per fissare la data certa da cui scatta il diritto; meglio ancora, si compie la registrazione del documento a tassa fissa con marca da bollo ordinaria, spendendo una tantum 184 euro: una strada che rende il documento inopponibile ai ricorsi tributari. A quel punto si comunica l’atto, per via scritta e protocollata, all’ufficio tributi del Comune.
Che la soluzione fosse buona De Franceschi l’aveva già capito di fronte all’istanza inviata il 5 giugno al Comune di Noale. «È la prima cosa che ho fatto – racconta – quando ho iniziato a muovermi, dopo aver capito che il dibattito sulla cancellazione dell’Imu non avrebbe dato esiti immediati». Perché non trattate le case in comodato d’uso gratuito come quelle in diritto reale d’abitazione, aveva chiesto De Franceschi. Perché con l’Imu nel primo caso sono state cancellate le agevolazioni, risponde il Comune. «Era quanto volevo sentirmi dire – sorride il professionista -. il punto non era il primo, ma il secondo caso». Ora De Franceschi ha raccolto gli atti in quattro faldoni, con la prima rata delle dichiarazioni Imu pagate dai clienti. Quella ormai è pagata; ma i risparmi che si potranno avere con la seconda si vedono facilmente. Come nel caso della famiglia con due bambini che vive nella casetta singola da 150 metri passata dal padre di lui; la prima rata è costata 519 euro, la seconda scende a 173. O quella dell’appartamento da 90 metri con garage dove la rata, scende da 198 a 17. Risultati messi comunque da parte per il futuro, sia che l’Imu sulla prima casa resti o sia cancellata. «A volte – conclude De Franceschi – questo mestiere regala ancora soddisfazioni».
Federico Nicoletti – Corriere Veneto – 29 luglio 2013