È ufficiale: imprese (comprese quelle agricole) ed enti che sono produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi e hanno fino a 10 dipendenti sono esclusi dal Sistri, il sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti pericolosi. Ieri il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha firmato il decreto di semplificazione, dopo due anni di annunci, attese e limature. Per la soddisfazione del mondo delle imprese, con in testa Confindustria, che però sollecita il completamento di un sistema “leggero”.
Il testo in sostanza è la versione snella di quello messo a punto in autunno dall’allora ministro Andrea Orlando. Prevede l’obbligo di adesione solo per le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi con più di 10 dipendenti. Inoltre, sono sottoposte al Sistri tutte le imprese che trattano i rifiuti urbani in Campania (articolo 5), la regione per la cui emergenza ambientale era nata la prima (e ben differente) idea di Sistri.
Sono escluse dal sistema anche se hanno più di 10 dipendenti le imprese agricole e quelle produttrici iniziali di rifiuti da attività di pesca professionale e acquacoltura, se conferiscono i rifiuti pericolosi nei circuiti organizzati di raccolta.
Sono state previste anche altre semplificazioni amministrative, chiarite le modalità di gestione dei trasporti intermodali (articolo 2) e prorogato al 30 giugno il versamento del contributo annuale. Confermati i costi di sostituzione degli apparecchi relativi al 2013 (articolo 4).
In particolare, semplificati gli adempimenti per un deposito di rifiuti pericolosi, se dura meno di un mese all’interno di una logistica intermodale con trasbordi e operazioni di carico e scarico.
Comunque, anche chi è esentato dal Sistri dovrà continuare a compilare le normali dichiarazioni ambientali.
Altre misure di semplificazione sono previste nell’articolo 3, con controlli e aggiustamenti delle funzioni del sistema, in modo da eliminare i bachi informatici che si manifestassero e da concedere nuovi snellimenti procedurali. Per esempio, per le microraccolte e per la compilazione dei documenti offline.
Buona parte delle semplificazioni era stata chiesta dalle imprese, soprattutto per rendere applicabile un sistema inizialmente poco funzionale e molto costoso: gli abusi si frenano con strumenti efficaci e condivisi e le ecomafie prosperano nell’opacità delle norme confuse.
«Venendo incontro alle giuste richieste dei piccoli produttori – commenta il ministro Galletti – introduciamo una prima importante semplificazione, rendendo il sistema più ragionevole e meno burocratico, ma rafforzando allo stesso tempo i princìpi inderogabili che sono alla base del progetto. Ossia il contrasto alle ecomafie e la difesa dell’ambiente attraverso il controllo informatico dei rifiuti pericolosi». Galletti annuncia infine di aver «convocato per fine mese il tavolo di monitoraggio e concertazione con le associazioni interessate per approfondire l’introduzione di ulteriori norme di semplificazione».
Per Confindustria è una misura attesa, che le imprese interessate accoglieranno con sollievo e quindi c’è da apprezzare l’impegno del Governo nell’affrontare le molte criticità e problemi connessi al Sistri. Confindustria auspica anche che con questo stesso spirito vengano al più presto avviati e conclusi i lavori per definire un nuovo sistema, leggero, semplice, economico e funzionale. Paolo Uggè, presidente della Fai Conftrasporto, osserva che il Sistri va migliorato ancora per consentire all’autotrasporto di bloccare le ecomafie senza eccessivi costi. Rete Imprese Italia è soddisfatta per la semplificazioni a favore delle Pmi.
Il Sole 24 Ore – 26 aprile 2014