Alessandro Barbera. Un esponente di governo molto interessato a capire cosa accadrà risponde al telefono sconsolato. «Le nomine? Dopo quel che è accaduto con le capolista Pd alle europee non mi pronuncio. Renzi è imprevedibile». Il momento delle decisioni è in ogni caso arrivato.
Entro la mezzanotte di oggi il Tesoro dovrà rendere note almeno le liste dei candidati ai consigli di amministrazione di Eni e Finmeccanica, le prime due società che l’otto e il nove maggio riuniranno le assemblee per il rinnovo dei vertici. Ieri il ministro Padoan, di ritorno da Washington, ha avuto un lungo giro di telefonate per discutere di questo. Per stamattina è nuovamente convocato il comitato nomine incaricato di vagliare il rispetto dei principi di onorabilità dei candidati: è il segno che non mancheranno le sorprese. Le indiscrezioni di palazzo dicono però che qualche casella sarebbe riempita, in particolare per i posti di amministratore delegato: Claudio Descalzi all’Eni, Francesco Starace all’Enel, Monica Mondardini a Poste – anche se a Cir si dicono convinti che resterà in azienda – Francesco Caio a Terna. La partita decisamente aperta è quella per la successione ad Alessandro Pansa a Finmeccanica. Da giorni circolano due candidati interni – Giuseppe Giordo e Antonio Perfetti – ma nel governo c’è chi propone di spostare su quella poltrona il numero uno di Ferrovie Mauro Moretti. Il perché è presto detto: Moretti a Ferrovie ha fatto molto e ha fama di manager integerrimo, ma si è sempre opposto ad una riduzione dei sette miliardi di trasferimenti che lo Stato concede ogni anno all’azienda. In tempi di spending review il governo pensa invece ad una strategia diversa: ridurre un po’ gli stanziamenti – sbilanciati sull’Alta velocità – e puntare semmai di più sul trasporto locale, in questi anni trascurati dai piani delle Fs. Moretti non fa i salti di gioia, ma non potrebbe dir di no alla promozione in una società quotata e nota nel mondo come Finmeccanica. Per la presidenza è possibile la riconferma di Gianni De Gennaro, ma anche in questo caso il condizionale è d’obbligo, perché se l’ex capo dei Servizi ha il pieno appoggio del Quirinale, non si può dire altrettanto di Renzi. Le vere incognite sono le presidenze di Eni, Enel, Terna e Poste. Renzi vorrebbe nominare più donne, ma di manager competenti in quei settori non ce ne sono moltissime. Una delle ultime ipotesi per Eni è quella di Elisabetta Belloni, già apprezzata capo dell’unità di crisi della Farnesina. Si fa il nome di Patrizia Grieco per Terna, mentre Fulvio Conti spera di rimanere in Enel come presidente, ma non è detto che quella casella venga riempita oggi. Tutto dipenderà all’ultimo momento da Renzi: se deciderà di chiudere la partita per tutte e cinque le società insieme oppure se attendere le scadenze di legge. In teoria per Enel c’è ancora una settimana, per Terna due, mentre per Poste, che non è quotata, non c’è una data prestabilita.
La Stampa – 14 aprile 2014