Contributi ridotti a 542 mila euro. Il nuovo regolamento valido retroattivamente. Ma sono salve le consulenze già in essere. Tutte le spese e i rapporti di collaborazione ammessi
Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato all’unanimità le nuove norme che regolano il funzionamento (e il finanziamento) dei gruppi. L’intervento, reso necessario dopo che la Corte dei Conti aveva contestato bilanci, spese e rapporti di collaborazione dei gruppi consiliari di palazzo Ferro-Fini in base alla legge Monti del 2012 sulla finanza pubblica, stabilisce come i gruppi potranno spendere i contributi annuali loro assegnati, che dal 2013 ammontano a 542.860 euro l’anno, cifra più che dimezzata rispetto ai 1,2 milioni di euro assegnati nei due esercizi precedenti. Da tale limite di spesa sono escluse, però, le spese per il personale effettuate con gli avanzi finanziari degli esercizi precedenti.
Ecco le spese ammesse per attività istituzionali, e che quindi saranno pagate – previa autorizzazione del capogruppo, che se ne assumerà ogni responsabilità – con i soldi pubblici del bilancio del Consiglio: promozione e divulgazione delle attività e delle iniziative della Regione, del gruppo e dei singoli consiglieri, mediante pubblicazione di fogli, opuscoli, volantini, manifesti, lettere, gadget promozionali, sms, newsletter, posta elettronica e ogni altro media; divulgazione delle leggi regionali e degli atti di organi ed enti regionali; manifestazioni, eventi, seminari, incontri, riunioni e relative spese di ospitalità per relatori e invitati con ruoli di rappresentanza; attività di formazione, studio e aggiornamento per i consiglieri, i dipendenti e i collaboratori del gruppo; studi, ricerche, analisi e sondaggi; acquisto di quotidiani, periodici e pubblicazioni; spese logistiche per affitto sale, riunioni e incontri fuori sede; missioni autorizzate di collaboratori e dipendenti, anche con uso del mezzo proprio.
La legge approvata chiarisce, inoltre, che i gruppi possono affidare incarichi di collaborazione su base fiduciaria, con contratti di natura privatistica (niente quindi concorsi, sanatorie e assunzioni in ruolo a tempo indeterminato). Le nuove disposizioni sono in vigore dal primo gennaio 2013, e stabiliscono che eventuali residui non spesi nel corso dell’anno (vale anche per i precedenti) possano essere recuperati e utilizzati anche negli anni successivi, purché entro il termine della legislatura. In caso di eventuali irregolarità nei rendiconti annuali rilevate dalla Corte dei Conti, l’Ufficio di presidenza del Consiglio non dovrà più obbligare il gruppo a restituire l’intero contributo annuale, ma solo la somma non regolarmente rendicontata. Infine la legge fa salvi i rapporti di collaborazione e consulenza in essere, attivati prima della legge Monti di fine 2012: quindi, collaboratori e consulenti dei gruppi potranno continuare a lavorare (e ad essere pagati) sino alla conclusione della legislatura (maggio 2015).
(Ansa) – 31 ottobre 2013