Caccia alle coperture. Per evitare i rilievi dell’Ue il governo sta pensando di abbassare gli acconti Ires e Irap al 127 e 128% per banche e assicurazioni
A 20 giorni dalla scadenza della seconda rata Imu i proprietari di un’abitazione principale (non di lusso) dovranno aspettare almeno altre 24 ore per avere la conferma che il 16 dicembre non saranno chiamati alla cassa. Il Consiglio dei ministri odierno – che avrebbe dovuto varare il decreto legge con l’abolizione del saldo dell’imposta municipale 2013 sugli immobili non appartenenti alle categorie catastali A/1, A/8 e A/9 – slitta a dopo il voto di fiducia al Senato sulla legge di stabilità. Che dovrebbe tenersi stasera. Per cui è probabile che la riunione del Cdm sia fissata per domani. A meno che la concomitanza con il voto, sempre a Palazzo Madama, sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore non induca il governo a optare per un nuovo slittamento. E sarebbe il terzo nel giro di una settimana visto che la partita sul “vecchio” tributo immobiliare era data per chiusa già giovedì scorso.
Dettato da un’agenda parlamentare sempre più fitta e convulsa, il rinvio servirà in realtà anche all’esecutivo per la messa a punto definitiva del provvedimento. E, soprattutto, per lo scioglimento dei due nodi tecnici al momento ancora irrisolti: estendere l’esenzione ai terreni e fabbricati rurali; riconoscere ai Comuni un rimborso ad aliquota 2013 anziché 2012. In entrambi i casi a mancare sono le coperture. Visto che la dote del decreto resta ferma a poco più di 2 miliardi, provenienti in gran parte dall’aumento degli acconti Ires su banche e assicurazioni, rispettivamente, al 127% nel 2013 e al 128 nel 2014 e dall’introduzione dell’anticipo d’imposta del 100% sul risparmio amministrato. Anzi la coperta potrebbe risultare ancora più corta se la quota degli acconti venisse rivista al ribasso per evitare i possibili rilievi dell’Ue.
Ad esempio, per evitare la stretta sui beni agricoli e andare incontro così alle richieste del ministro Nunzia De Girolamo, che giovedì scorso su questo tema è arrivata anche a minacciare le sue dimissioni, servirebbero 347 milioni di euro. Che il Tesoro sta ancora cercando di individuare. Stesso discorso per i 500 milioni necessari a “indennizzare” i sindaci che hanno elevato l’aliquota dell’Imu sull’abitazione principale rispetto a un anno fa. Nella bozza arrivata giovedì scorso in Cdm si proponeva di esentare i proprietari di abitazione principale fino a un importo pari a quanto versato nel 2012, chiamandoli alla cassa però per l’eventuale differenza tra l’imposta calcolata ad aliquota 2012 e quella ad aliquota 2013. Ma non è detto che alla fine prevalga questa linea.
Intanto la scadenza per il pagamento del saldo (il 16 dicembre) si avvicina. Vista la nebbia che ancora avvolge la cancellazione dell’Imu prima casa, le associazioni sindacali dei commercialisti hanno inviato una lettera al ministero dell’Economia, evidenziando che «lavorare in questa maniera è improponibile» e definendo «indispensabile e naturale» lo slittamento della data in questione. Come ricordato da Marco Cuchel, il presidente di Anc che insieme alle altre sigle (Adc, Aidc, Andoc, Unagraco, Ungdcec, e Unico) contesta «l’assurda situazione che si è venuta a creare nella sequenza temporale che il legislatore prevede per la fissazione, pubblicazione e pagamenti del saldo Imu».
Il Sole 24 Ore – 26 novembre 2013