Torna in auge il “vecchio” prezzo fisso: al Per Bacco si mangia con 9.90, tra il Santo e il Prato molti ristoranti offrono menu economici
Si dice che senza l’arte culinaria la realtà sarebbe molto più dura da sopportare. Ma quanto costa di questi tempi soddisfare il piacere del palato? Nella giungla dei listini e dei piatti da gourmand, sembra dettar legge più il portafoglio che il gusto. Lo dimostrano i tentativi, da parte dei ristoratori, di fornire un prodotto di qualità a prezzi contenuti. Stanno spopolando infatti i menu a prezzo fisso. Nati per i pranzi di lavoro e come offerta per i turisti, sono una delle alternative più gettonate da chi va a mangiare fuori: risorsa irrinunciabile per i ristoranti di fascia medio-bassa e tentazione per i colleghi di lusso.
Low cost. Che lo si chiami “prezzo amico”; “colazione dello studente”; “piatto unico”; “menu anticrisi” o, più tradizionalmente, menu fisso o del turista, la logica non cambia: offre un primo (a volte a scelta a volte concordato), un secondo con contorno e caffè o dessert; il tutto accompagnato da mezzo litro d’acqua minerale o una bibita o un quarto di vino. I prezzi oscillano dai 9,99 euro ai 15 euro ma arrivano anche a 40 euro. Dipanarsi è questione di intuito: il prezzo con il menu è esposto all’ingresso del ristorante e si vede quasi sempre dalla strada; la presentazione e la location fanno capire se è una trattoria (più o meno casereccia) o un ristorante sofisticato.
Listino prezzi Le occasioni sono in tutta la città, con un picco di “presenze” tra Sant’Antonio e Prato della Valle. Dove si tratta di lusingare il turista che si lascia trasportare dall’emozione della vacanza e quindi si lavora di pancia e di creatività. Sono stati i fratelli Fabio e Loris Carraro, titolari del ristorante Per Bacco di Ponte Corvo, ad innescare il dibattito sulla cucina low cost. Da lunedì scorso propongono un menu fisso a 9,99 euro. La differenza – dicono – la fa la qualità: non vogliono richiamare lavoratori o turisti (o, almeno, non solo) ma la famiglia padovana che ha rinunciato a mangiare fuori perché è diventato un piacere proibitivo. I Carraro hanno messo sul tavolo la questione, ma non sono gli unici ad averla incontrata sul cammino districato di piatti e padelle. Sempre in zona Santo, il ristorante Margherita, fa capolino dalla strada con un richiamo in più lingue e 2 trovate: 6 euro per pasta a scelta, acqua o un quarto di vino e caffè; 13 euro per pasta a scelta più contorno, mezzo litro di acqua o quarto di vino e caffè. A Mortise il menu a prezzo fisso è un must; alla Guizza idem; all’Arcella l’Osteria Fuori Porta fa piatto unico (più bibita e caffè) a 10 euro da martedì a venerdì e, chi vuole, si può prendere anche una cassetta di frutta e verdura direttamente dalla cooperativa El Tamisio, grazie alla collaborazione con l’associazione Biorekk. Il ristorante Zabarella il suo menu fisso lo porta ad 11 euro e ne bastano 15 per un bis di primi. Un esempio di 15 euro invece lo dà l’Alchimia di Prato della Valle: tagliatelle al ragù di anatra; frittatina; fettina e verdure alla griglia e, dettaglio non da poco, parcheggi riservati. I prezzi salgono all’Osteria Toscana di via Altinate (25-30 euro), ma è come mangiare nel cuore di Siena. Ed al Vecchio Falconiere di via Umberto I si arriva a 40 euro per un menu. C’è però un vincitore del risparmio ed è il Brek di piazza Cavour: 1 euro cappuccino e cornetto; mentre il pranzo – primo, secondo,contorno e bibita o acqua e pane – costa 6,70 euro; la pizza 8.
Risorsa del buffet.
La soluzione della tavola imbandita dove mangi quanto vuoi ad un costo concordato piace soprattutto ai ristoranti stranieri. In testa la ristorazione cinese: in via Croce Rossa, per esempio, con 17 euro riempi il piatto a volontà e per quante volte vuoi. Se lo scopo è far “scoppiare” il cliente la strada è quella giusta: c’è una rosa di primi caldi e freddi; pesce in tutte le salse e manicaretti per tutti i gusti, fino al sushi. Quest’ultimo lo si trova a 10,90 euro (pranzo) e 15,90 euro (cena) anche in piazza Mazzini, al ristorante giapponese Tokyo: il buffet è senza limite e i bambini pagano solo il 40%.
BAR Un capitolo a parte ci vorrebbe per bar e boulangerie. Per farla breve basta dire che si spendono dalle 3,50 euro alle 5 euro per una bibita accompagnata da una focaccia -pizza- panino e, alcuni, dolcetto. ;a c’è anche chi, alle spalle del Santo, spicca in creatività e s’inventa la colazione della mamma (pane, burro e marmellata) a 3 euro.
Il Mattino di Padova – 13 settembre 2012