Per mandare avanti il suo ristorante brasiliano aveva ordinato carne di tutti i tipi. I tagli migliori, da cucinare a fuoco lento e servire come da tradizione con la sciabola. Ma quella carne, un conto della bellezza di 52.346 e rotti euro, non era mai stata pagata.
O meglio Josè Reni Davis, 32enne brasiliano di Perola e gestore attraverso la sua società del ristorante brasiliano «Baci e abbracci» di zona Ponte di Brenta, l’aveva pagata con una serie di assegni senza copertura. Un bel danno quindi per la macelleria che riforniva il locale, che adesso non è più in mano al 32enne e quindi come attività risulta totalmente estranea ai fatti. Mentre l’ex titolare dovrà affrontare il processo di fronte al tribunale monocratico con l’accusa di truffa a partire dal prossimo 17 settembre. A denunciare ai carabinieri la truffa era stata la stessa titolare della macelleria dopo essersi recata in banca per incassare gli assegni. Ma con suo stupore quei pezzi valevano come carta straccia. Oltretutto l’imprenditore brasiliano se l’era pure data a gambe, nonostante avesse più volte risposto alla donna che gli chiedeva conto di quegli assegni, come fosse in una buona situazione economica e potesse rateizzare i pagamenti. Tutte bugie a cui la titolare della macelleria non ha più voluto credere, denunciando all’Arma la truffa. A smascherare del tutto José Reni Davis, difeso dall’avvocato Carlo Covi, ci ha pensato poi il sostituto procuratore Benedetto Roberti che nei giorni scorsi ha firmato il decreto di citazione a giudizio per l’imprenditore. Tuttora irreperibile.
Mattino Padova – 23 gennaio 2013