Panico Magliana ostaggio cani. I residenti: «Un centinaio i randagi»
Il Campidoglio: è emergenza, serve task force. Federazione diritti animali: «Crescono senza controllo»
ROMA – Un recinto, con accanto un cartello, segna l’ingresso del bosco sotto il centro direzionale Alitalia, meglio noto come collina Alitalia. Il cartello indica un punto di alimentazione cani, nell’ambito del «progetto cani accuditi», iniziato dal Comune di Roma – con grandi aspettative – nel 2003. Ma oggi ben poco di quel progetto è ancora attuato nella zona di campagna tra Magliana e Portuense, dove il randagismo è letteralmente esploso negli ultimi anni. A dichiararlo, un gruppo di cinque volontarie, che ogni giorno si trova a nutrire, accudire e curare oltre 100 cani senza padrone. «La nostra giornata – racconta una di loro, Erika Scala – inizia alle sei del mattino, quando arriviamo all’ingresso del bosco, piene di carne regalata o comprata. I cani si avvicinano, noi lasciamo il cibo e vediamo se qualcuno ha bisogno di cure. In cinque, a turno, ci occupiamo dell’intera area, ma ora non ce la facciamo più».
I problemi nella zona sono iniziati dal 2008, con un rallentamento delle sterilizzazioni e quindi un aumento delle gravidanze: oggi, per l’incremento delle nascite, i randagi hanno superato il centinaio, e pur non costituendo di per sé un pericolo, sono per molti aspetti fuori dal controllo pubblico. «Tutti loro – continua Erika – devono mangiare, e soprattutto andrebbero sterilizzati e adottati, come previsto dalla legge. Noi interveniamo anche su questo, trovando famiglie disposte a prendere i cuccioli. Ma Asl e Roma Capitale non viaggiano al nostro ritmo, catturando pochi cani e non scegliendo le categorie più a rischio, come le femmine giovani».
Da Erika e le altre volontarie arriva dunque un appello e anche una richiesta d’aiuto, raccolta da Feder Fida onlus (Federazione Italiana Diritti Animali) che ha dato voce alle loro difficoltà. «Queste cittadine – commenta la presidente, Loredana Pronio – hanno già trovato adozione ad oltre trecento cani: da anni si stanno sostituendo alle istituzioni pubbliche, soprattutto all’Ufficio per il benessere degli animali, che dovrebbe occuparsi di randagismo, ma che invece è colpevole di grandi inefficienze. La Federazione è nata proprio con l’intento di supportare in tutto e per tutto il volontariato animalista e la speranza – auspica la Pronio – è che anche gli altri volontari romani si facciano coraggio per iniziare a denunciare problemi analoghi e facilitare la proposta di soluzioni».
Soluzioni di competenza di Asl e Campidoglio, che già sono state «trovate e sperimentate», a dire di Marcello Visca, ex direttore dell’Ufficio benessere degli animali, ufficio chiuso provvisoriamente dal Campidoglio in vista di una riorganizzazione. «Il nostro compito – le parole di Visca – è il supporto alle Asl nella cattura e sterilizzazione, non il prelievo diretto dalla strada. Poi scegliamo se rimettere i cani in strada, o affidarli ad associazioni. La situazione del Centro direzionale Alitalia – ha ammesso il dirigente – è di difficoltà straordinaria: per affrontarla meglio è necessaria una task force tra Roma Capitale, Asl e protezione civile». In attesa di tale misura, giudicata insufficiente da volontarie e Feder Fida, la questione è finita sul tavolo del sindaco: il consigliere Alessandro Onorato, capogruppo Udc in Aula Giulio Cesare, ha presentato un’interrogazione scritta, in cui si richiedono all’amministrazione interventi urgenti «per risolvere la situazione ormai insostenibile per gli abitanti di quel quadrante e per le volontarie». Ad oggi, l’amministrazione di Roma Capitale non ha dato alcun riscontro all’interrogazione.
Messaggero – 11 aprile 2012