«Sulle imprese, in questi due anni, è come se si fosse abbattuto uno tsunami». La crisi economica paragonata ad una catastrofe naturale, nelle parole del presidente di Rete Imprese Italia, Marco Venturi, che questa mattina a Roma aprendo l’assemblea annuale dell’associazione ha lanciato l’allarme per il numero rilevante di aziende «travolte» dall’emergenza economica».
Il ruolo dello spending review
La ricetta per il rilancio, spiega, si chiama revisione della spesa pubblica: «per ossigenare il Paese si agisca con rigore ed efficacia sulla spending review». Secondo Venturi, «taglio agli sprechi, dismissioni, e riduzione della pressione fiscale sono must irrinunciabili per ridare vitalità alla nostra economia». Necessario, inoltre, che «le banche tornino a sostenere le nostre imprese e lo Stato paghi i propri fornitori».
Da Venturi, anche un altolà all’incremento dell’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto in calendario per l’autunno «Un ulteriore aumento dell’Iva metterebbe definitivamente in ginocchio il Paese», ha sottolineato ricordando che «La pressione fiscale viaggia ormai sopra il 45 per cento». Con un tale livello di pressione fiscale «non ci sarà nessuna ripresa degli investimenti. L’Imu e la mannaia dell’Iva sono un vero e proprio percorso di guerra lungo il quale rischiano di cadere molte imprese con grave danno per il Paese».
Saldare i debiti priortà per la Pubblica amministarzione
Nella sua relazione, Venturi richiama anche gli altri fattori che mettono a rischio le prospettive di ripresa del nostro paese, come i «70 miliardi di euro di debiti della Pa», una cifra «mostruosa, immorale, non tollerabile» che sottrae ricchezza a investimenti, occupazione e consumi. Il presidente dell’associazione (R.ETE., acronimo per “Rappresentanza E TErritorio” è promossa da Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) ha poi riconosciuto al Governo lo sforzo per porre rimedio al ritardo dei pagamenti. «Tutto deve essere fatto – ma sottolineato – ha per evitare che questa pratica di dilazione dei pagamenti continui nel tempo. Non è accettabile che un’impresa sia costretta a chiudere o a indebitarsi solo perché non le vengono saldati i suoi crediti».
Accesso al credito nodo da sciogliere
Altro fronte che preoccupa le Pmi è l’accesso al credito. «La disponibilità del credito – ha continuato Venturi – è poi fondamentale per gli investimenti delle imprese e per la ripresa dell’economia. In questi mesi abbiamo assistito ad una significativa contrazione del credito disponibile e ad un altrettanto significativo aumento dei tassi di interesse. A volte ci riesce difficile comprendere come mai le risorse finanziarie messe a disposizione della Bce a tassi di interesse bassissimi fatichino ad arrivare alle imprese e , quando anche arrivano, hanno tassi troppo elevati».
La solidarietà e l’analisi di Passera
Dal ministro per lo Sviluppo economico Corrado Passera, presente in rappresentanza del Governo, l’assemblea ha ricevuto parole di solidarietà e la prospettiva di un cammino difficile sulla strada della ripresa. Metà del Paese soffre, ed é a rischio «anche la sua tenuta», ha riconosciuto il ministro: «Se mettiamo insieme disoccupati, inoccupati, sottoccupati e sospesi arriviamo a 5-6- forse 7 milioni di persone. Se moltiplichiamo per i loro familiari arriviamo alla metà della nostra società. Non sono soltanto a rischio i consumi e gli investimenti ma anche tenuta economica e sociale del Paese». Rivolgendosi all’assemblea, il ministro ha sottolineato come «il Governo sa quello che sentite dentro. Nessuno pensi che la percezione di difficoltà che ogni giorno avete nel fare impresa non sia molto chiara come é chiaro il disagio sociale diffuso legato alla mancanza di lavoro che nel nostro Paese si é creata».
Critiche alla Ue: scelte sbagliate, pochi fatti
«Siamo in un momento complicato ma sappiamo che possiamo uscirne anche più forti di altri paesi», ha poi spiegato Passera, partendo da «alcuni punti, pochi ma concreti» su Governo e imprese debbono «prendere degli impegni reciproci e importanti». Quanto all’Unione europea, Passera ha censurato le sue scelte e per come ha affrontato finora la crisi. «L’Ue non ha fatto la sua parte adeguatamente negli ultimi tanti mesi», ha detto il ministro «non ha saputo garantire se stessa, ma adesso deve dimostrare di saper garantire se stessa e anche i più deboli. Deve smettere di parlare di crescita e fare qualcosa con investimenti, distinguendo ciò che è spesa e ciò che è investimento».
ilsole24ore.com – 11 maggio 2012