Patto per la Salute, al Veneto 8,7 miliardi. Sbloccato il turn over. Zaia e Coletto: alla fine le nostre posizioni sono state accolte
Dopo lo stop della settimana scorsa e l’accordo saltato in mattinata, in Conferenza dei presidenti, nel tardo pomeriggio di ieri le Regioni hanno finalmente siglato il Patto per la Salute. E’ accaduto in Conferenza Stato-Regioni: la cordata pro costi standard guidata dal Veneto e che vede alleate Lombardia, Emilia, Toscana e Umbria, cioè le giunte con i conti in ordine, ha prevalso sulla cordata Calabria-Campania, che rivendicava invece l’introduzione del parametro della povertà per la ripartizione del Fondo sanitario.
I cui importi per il triennio 2014/2016 sono stati salvati dalla scure della spending review: confermati dunque 109,9 miliardi per il 2014 (al Veneto va l’8%, cioè 8,7 miliardi), 112 miliardi per il 2015 (8,9 dei quali al Veneto) e 115 per il 2016 (9,2 alla nostra regione). L’altro paletto divelto è l’allentamento del blocco del turn-over per il personale sanitario, che potrà essere gestito con maggiore elasticità dalle realtà con i bilanci a posto. «L’obiettivo di arrivare allo stesso organico sanitario del 2004 con un 1,4% in meno non dovrà più essere centrato nel 2014, è stato dilazionato in cinque anni — spiega Luca Coletto, assessore alla Sanità e coordinatore nazionale dei colleghi —. Per noi, che tra l’altro siamo in saldo positivo con la mobilità cioè curiamo più malati del resto d’Italia rispetto a quelli che perdiamo a favore di altre regioni, significa garantire il turn-over e magari poter concludere qualche assunzione in più in caso di bisogno. L’altro importante traguardo raggiunto con il Patto per la salute è l’obbligo del governo di confrontarsi con noi se decide di imporre tagli alla Sanità. Nel qual caso il Patto dovrà essere modificato, ma sarà di Palazzo Chigi la responsabilità politica di indicare puntualmente dove e come intervenire. Non potrà limitarsi ad annunciare semplicemente alle Regioni che i fondi calano».
Il quarto successo è l’accordo sulla premialità da riconoscere alle giunte che si incamminano verso il rispetto dell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza, come il Veneto. L’importo del premio sarà concordato tra le Regioni stesse. «Le risorse d’ora in poi andranno ripartite utilizzando il criterio dei fabbisogni e dei costi standard, un’altra grande vittoria nostra e degli altri territori virtuosi — chiude Coletto —. Insomma, è stata dura ma alla fine abbiamo portato a casa un buon risultato, siamo soddisfatti». Novità anche per le cliniche private: quelle già convenzionate devono garantire un minimo di 40 letti per acuti, che salgono a 60 per le strutture che chiedono l’accreditamento alla Regione. Se per ottenerlo più case di cura si fondono, devono raggiungere quota 80 posti letto.
«E’ stata una giornata di barricate, ma alla fine le nostre posizioni sono state accolte — dice il presidente Luca Zaia — è una vittoria di tutti i veneti aver siglato un Patto per la Salute dai contenuti positivi. Si avvia la sanità italiana nella giusta direzione, quella della lotta agli sprechi, dei costi standard, dei finanziamenti certi, di una gestione complessiva che parta dall’esempio delle Regioni virtuose, come la nostra».
Corriere del Veneto – 11 luglio 2014