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Patto per la salute: Mazzoni (Fassid), spariscono i dipartimenti di prevenzione: quegli articoli vanno emendati

Sorpreso e indignato Mauro Mazzoni, Coordinatore Nazionale Fassid, dagli enunciati all’art. 16 e 18 del tanto atteso Patto per la salute: “Così spariscono i dipartimenti di prevenzione. E’ questo ciò che è scaturito dal ministero, che ci aveva assicurato se non concertazione almeno informazione sul patto per la Salute? Per essere un Governo che ci dice di battersi per la trasparenza degli atti e dei provvedimenti, la bozza del “Patto per la salute” è stata tenuta riservata in maniera veramente accurata.

Ora, di corsa, prima che sia approvata dalla  Conferenza Stato-Regioni, il ministro deve ascoltare le nostre ragioni. Non si può disconoscere l’importanza dei dipartimenti di prevenzione nelle sue articolazioni, non consentendo degli stessi una adeguata strutturazione. Sarebbe come negare le ambulanze al 118. Siamo indignati per un provvedimento sbagliato, confuso, oneroso, privo di qualsiasi evidenza, discriminatorio per decine di migliaia di operatori sanitari, illegittimo ed incostituzionale. Forse il nostro grido di dolore potrà servire alla nobile causa della promozione della salute e a emendare in extremis alcuni articoli del Patto inaccettabili”. Mazzoni si riferisce ai  tre articoli (artt. 16-18) dove alcuni aspetti importanti della prevenzione e della sanità pubblica vengono trattati settorialmente, al di fuori dei modelli istituzionali voluti da leggi statali e regionali, senza alcun riferimento ai Dipartimenti di Prevenzione, proponendo un discutibile “Sistema regionale per la veterinaria pubblica e la sicurezza alimentare” che sembra impostato con criteri corporativi, escludenti migliaia di professionisti che operano nel Ssn con ottime performance nazionali ed europee. Non è più possibile non tener conto con responsabilità delle performance dei Dipartimenti di Prevenzione nel contrasto delle malattie di maggior rilevanza sociale come per esempio le patologie cardiocerebrovascolari, i tumori, le malattie infettive, le patologie dell’apparato respiratorio, il diabete, l’obesità, la cronicità. E’ indispensabile che i Ministeri competenti e le Regioni predispongano con urgenza un piano nazionale per la formazione degli operatori e per la ricerca scientifica nella prevenzione, tenendo conto sia delle indicazioni e delle priorità previste dal Patto per la Salute e dal prossimo Piano Nazionale Prevenzione. Mettere nel Patto sistemi organizzativi settoriali, standard di personale, indicazioni prive di evidenze scientifiche e di esperienze concrete per tutta la Nazione, sembra una scelta costosa e priva di qualsiasi giustificazione. La soluzioni organizzative proposte alle Regioni, oltre ad essere giuridicamente anomale in quanto non coerenti  con la valenza e l’ambito istituzionale del Patto per la Salute, non vanno  incontro all’esigenza di rafforzare l’azione preventiva e appiano senza alcun vantaggio in termini di efficace ed efficienza dell’azione complessiva  di sanità pubblica e sembrano invece prefigurare un appiattimento organizzativo con un conseguente e pericoloso  depotenziamento.  La prevenzione necessita di un adeguato rilancio, che non può certamente consistere in riduzioni lineari degli elementi costituivi e fondamentali con l’alienazione di strutture od unità operative, contraria al dettato normativo esistente e ad ogni logica di principio, di governance e di strategia regionale, nazionale ed internazionale. La Fassid chiede pertanto il ritiro degli articoli in questione e l’impegno ad una più adeguata e completa trattazione del vasto ambito della prevenzione.

Agenparl – 8 luglio 2014 

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