Ora che il decreto liberalizzazioni è stato varato dal consiglio dei ministri, l’esame passa al Parlamento. Che, come ha ricordato Mario Monti, «è sovrano». E si prepara pertanto a dire la sua, perché la partita, anche se a buon punto, non è finita e si continuerà a giocare a colpi di emendamenti.
Dal Pd al Pdl, i partiti di sostegno al governo lo annunciano già: «Siamo entusiasti che questo governo lavori 8 ore e non nove minuti», ha detto il leader del partito democratico Pier Luigi Bersani, nel suo intervento all’assemblea nazionale in corso a Roma. Dunque, «bene le liberalizzazioni anche se noi in Parlamento proporremo emendamenti per fare di più», ha detto. Non risparmiando un ammonimento alla prudenza rivolto al governo, riferito soprattutto ai contenuti del comunicato del cdm di oggi che grazie alle liberalizzazioni prevedono una crescita del Pil a due cifre: «Attenzione a dire cose troppe facili», come il fatto che le liberalizzazioni porteranno «il 10 per cento di Pil in più…», ha notato.
Decisamente più duro l’intervento del segretario economico del Pd, Stefano Fassina, per il quale «le liberalizzazioni non si fanno sulla pelle dei lavoratori e quindi io dico che la nostra agenda non può essere quella del governo Monti».
Pdl diviso fra lodi, disponibilità e critiche
Anche il Pdl apprezza lo sforzo del governo e nello stesso tempo annuncia, con il segretario Angelino Alfano, che il Parlamento cercherà di dare il suo contributo per migliorare il testo. Dagli Stati generali del Pdl in Veneto, Alfano ha detto: «Noi apprezziamo lo sforzo del governo di avere portato avanti un tema a noi caro, ovvero quello delle liberalizzazioni. Siamo a favore delle liberalizzazioni con l’obiettivo che queste facciano un buon servizio al cittadino, riducendo i costi e offrendo servizi migliori». Se il decreto varato ieri dall’esecutivo andrà in questo senso, il Pdl, oltre ad essere «ben lieto», le sosterrà «in Parlamento», con le Camere che, «come è già avvenuto per la manovra, potranno dare un contributo per migliorare il testo».
Un giudizio meno positivo viene da un’altra ala del Pdl, che parte da Fabrizio Cicchitto («un provvedimento assai sminuzzato in decine e decine di interventi di varia dimensione di importanza, alcuni dei quali positivi, altri neutri, qualcuno negativo») a Maurizio Gasparri («ascolteremo categorie e mondi produttivi per migliorare il testo in Parlamento, con l’obiettivo della crescita e dell’equità. Il Pdl vuole una vera e coraggiosa politica di liberalizzazioni») fino all’opinione critica dell’ex ministro Renato Brunetta per il quale «c’è molta delusione. Dove sono i provvedimenti sulle banche, sulle infrastrutture, sull’efficienza del sistema? La crescita e lo sviluppo economico non si fanno con un po’ più di farmacie e un po’ più di taxi». Un giudizio in linea con quanto affermato ieri dallo stesso leader Silvio Berlusconi, per il quale, senza mezze misure, «la cura del governo Monti non ha dato frutti».
Bocchino (Fli): si poteva fare di più su poste e ferrovie
«Il provvedimento sulle liberalizzazioni è un importante passo in avanti. Certo si può fare di più specialmente nel settore postale e ferroviario e aspettiamo che il governo lo faccia presto». Lo ha detto il vice presidente di Futuro e Libertà, Italo Bocchino, oggi a Torino per una manifestazione del partito.
Donadi (Idv): il governo ha ceduto troppo al centrodestra
Ad aver apprezzato lo sforzo del governo, ma anche a dire che il governo stesso ha ceduto a troppe pressioni è l’Italia dei Valori. Per Massimo Donadi, capogruppo alla Camera, «non possiamo non mettere in luce che il governo ha ceduto troppo a pressioni e mediazioni da parte del centrodestra, con il risultato che su troppe cose è stato a dir poco timido, soprattutto nei confronti di quelle corporazioni che incidono molto sulle spese delle famiglie italiane, come banche, assicurazioni e mercato dell’energia. Si tratta di interventi poco incisivi. Ci saremmo aspettati di più», conclude Donadi, che rimanda all’azione parlamentare per i miglioramenti.
ilsole24ore.com – 21 gennaio 2012