Le ordinanze notificate in questi giorni confermano il divieto di dar da bere agli animali utilizzando l’acqua proveniente dai pozzi privati contaminati dai Pfas, ma il vicepresidente provinciale di Coldiretti alzala voce: «È una misura sproporzionata». Le 61 ordinanze individuali, firmate dal sindaco di Sarego Roberto Castiglion, riguardano i pozzi in cui le analisi hanno dimostrato la presenza di sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) oltre i parametri dell’Istituto superiore della sanità, fatti propri dal Comune.
Il sindaco vieta di utilizzare l’acqua di questi pozzi per bere, per irrigare l’orto e, appunto, per dissetare gli animali. Da lunedì ne sono state consegnate nove, riguardano i pozzi i cui valori di Pfas sono al di sopra anche delle più alte soglie stabilite a livello europeo. Sull’estensione agli animali d’allevamento prende una posizione critica il vicepresidente della Coldiretti provinciale, Claudio Zambón, che abita a Sarego: «Mi sembra davvero eccessivo vietare l’acqua dei pozzi per gli allevamenti. È una misura sproporzionata, in quanto ad oggi non esiste alcuno studio che metta in relazione l’acqua con i Pfas nei limiti più restrittivi e il rischio per la salute umana. A mio modo di vedere prima di prendere decisioni del genere sarebbe stato meglio aspettare l’elaborazione dei risultati dello studio che è stato appositamente commissionato dalla Regione».
«Si tratta di una misura di cautela – ribatte il sindaco Castiglion – adottata proprio perché al momento non ci sono risposte certe sulla non pericolosita delle sostanze nel ciclo alimentare. Non sarebbe saggio dover poi far fronte a conseguenze irreparabili, di cui prima non si era a conoscenza». L’ordinanza che vieta l’utilizzo dell’acquacon i Pfas per gli animali e per gli orti di casa,.tuttavia, non contempla e quindi di fatto consente l’uso della stessa acqua per irrigare i campi. Le ordinanze continueranno a essere notificate: verranno contattati uno ad uno i proprietari dei pozzi. Oggi è in programma un incontro fra i quattro sindaci dei paesi interessati – oltre a Sarego, anche Lonigo, Brendola e Alonte – con i tecnici dell’Ulss per fare chiarezza sulla situazione.
Il Giornale di Vicenza – 21 gennaio 2015