Di Sabrina Tomè. Da oggi la Regione introduce i nuovi limiti Pfas. La giunta, così come anticipato nei giorni scorsi dal governatore Luca Zaia, adotterà la delibera che abbatte il livello delle sostanze perfluoroalchiliche in Veneto, a tutela della salute pubblica. I nuovi valori saranno di 90 nanogrammi per litro come somma di Pfoa e Pfos (sottotipi della famiglia dei Pfas) in tutta la regione, mentre nei comuni della “zona rossa” il valore limite per i Pfoa sarà di 40 nanogrammi per litro. Ma non basta: l’obiettivo è quello di seguire la tendenza Pfas-zero.
Tendenza zero. L’indicazione è emersa ieri dalla Commissione Ambiente e Salute presieduta dal coordinatore Nicola Dell’Acqua che ha incontrato i Gestori del Servizio Idrico nella sede Arpav di Vicenza. Obiettivo del summit: valutare le azioni da intraprendere per garantire l’erogazione di acqua ad uso potabile nella “zona rossa” rispettando i nuovi limiti Pfas. «Il livello massimo di Pfoa sarà inferiore a 40 ng/1 e dovrà tendere a zero», precisa una nota della Commissione, «L’incontro ha fatto emergere soluzioni, realizzabili in tempi brevi». Le misure, sulle quali dovrà poi pronunciarsi la giunta regionale, verranno definite entro la settimana e la loro elaborazione parte dal fatto che le sperimentazioni hanno dato buoni risultati. Tali misure verranno adottate nel breve e nel medio termine e alcune di esse interesseranno i filtri; il tutto in attesa degli 80 milioni da Roma per il rifacimento della rete acquedottistica.
Greenpeace. Perplessità sui nuovi limiti è stata espressa da Greenpeace che in una lettera a tutti i consiglieri regionali sottolinea come i valori siano ancora alti. «In Vermont il limite è di 20 nanogrammi e in New Jersey il valore raccomandato è di 14. Il nuovo limite di 300 nanogrammi per litro per tutti gli altri Pfas – inclusi i composti a catena corta – non è il più basso al mondo. Altri Paesi hanno adottato da tempo limiti più restrittivi, il Veneto ha perso anni. Non perda ora l’occasione di andare fino in fondo», commenta Giuseppe Ungherese, responsabile Campagna Inquinamento di Greenpeace.
Billot: esami del sangue a tutti. Ieri si è riunita a Venezia anche la Commissione regionale d’inchiesta sui Pfas. «Sconcertato»: ha commentato così la situazione dell’inquinamento, l’avvocato Robert Billot che in America ha vinto la class action contro il colosso della Dupont. Il legale ha portato in Commissione la sua esperienza in Virginia. E, all’uscita dall’incontro, ha espresso una valutazione sulla situazione veneta, anche alla luce dell’incontro con la popolazione e con i comitati avvenuto domenica sera a Lonigo. «Sono rimasto colpito dall’attività che la comunità sta facendo», ha dichiarato, «Ritengo che abbia tutta la documentazione necessaria per poter portare avanti la battaglia contro la Miteni e per ottenere il risarcimento dei danni a favore delle persone malate. Gli studi ci sono tutti».
L’avvocato ha inoltre sottolineato come i numeri dell’inquinamento siano «molto elevati rispetto a quelli americani. Qui l’acqua nell’area contaminata è scura, mentre l’inquinamento in Usa non era evidente». Billot, che resterà in contatto con i comitati anti-Pfas, ha suggerito l’opportunità di procedere con l’esame del sangue nei confronti di tutte le persone residenti nell’area del presunto inquinamento, senza distinguere tra zone rosse e arancioni. «Le analisi vanno fatte a tappeto», ha rimarcato rilevando altresì che in America le concentrazioni maggiori sono state rilevate nelle fasce della popolazione con età inferiore ai 14 anni e superiore ai 65.
Monitoraggio e screening. La Commissione d’inchiesta ha sentito in mattinata anche il direttore generale della sanità veneta Domenico Mantoan, la dirigente Francesca Russo e l’assessore Luca Coletto. Ieri in Regione stato spiegato che sia il biomonitoraggio, e quindi lo screening sul sangue delle persone, sia gli studi sulla catena alimentare stanno procedendo in maniera intensa e a breve avremo anche le prime risultanze di questi importanti studi, sia per quanto riguarda il sangue, sia per gli alimenti», ha affermato il presidente della Commissione d’inchiesta Manuel Brusco
Il Mattino di Padova – 3 ottobre 2017