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Pieve di Soligo. Aggredita dai cani randagi, sessantenne chiede un maxi risarcimento al Comune

Aggredita dai cani randagi, chiede un maxi risarcimento al Comune di Pieve. Continua l’odissea di G.M., di Pieve di Soligo, che a dicembre dello scorso anno è stata aggredita da un branco di cani randagi, con conseguenti ferite da caduta e abiti lacerati dai morsi degli animali inferociti.

La sessantenne aveva già chiesto un cospicuo risarcimento danni all’Usl 7. L’azienda sanitaria, però, sembrerebbe avere ben poche responsabilità nell’accaduto, avendo da tempo intrapreso un programma di controllo, recupero e sterilizzazione dei randagi. Anche il Comune si difende, declinando ogni responsabilità: la colpa sarebbe del proprietario degli animali, che non ha provveduto a “chipparli” né a tenerli all’interno della sua proprietà. Fatto sta che ormai sono passati dieci mesi da quel maledetto 7 dicembre 2012, data dell’aggressione ad opera del branco, mentre la signora passeggiava ignara su una via pubblica.

Nei primi mesi Comune e vittima cercano una soluzione per via stragiudiziale, ma le parti non trovano un accordo. Il 25 giugno, quindi, gli avvocati della donna citano in giudizio il Comune, chiedendo svariate migliaia di euro e inaugurando la battaglia legale. La posizione dell’ente, però, è irremovibile: «L’amministrazione ha ottemperato a tutti gli obblighi stabiliti a proprio carico dalla normativa nazionale e regionale in materia di prevenzione del fenomeno del randagismo, e inoltre all’epoca dei fatti non è risultata la presenza di cani randagi sul territorio comunale», il che contraddice la ricostruzione della donna. Il sindaco decide così di costituirsi in giudizio, e assegna l’incarico per la difesa dell’ente all’avvocato Marco Di Benedetto di Pordenone. Anche il Comune, come l’Usl, è assicurato per questo genere di incidenti.

La Tribuna di Treviso – 21 settembre 2013 

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